NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Io credo che la fortuna, udendo costui essere così ubbioso, e recarsi così il ritoccare de' morti in augurio, volesse avere diletto di lui per lo modo narrato di sopra, che per certo e' fu nuovo caso, avvenendo in costui: in un altro non sarebbe stato caso nuovo. Ma quanto sono differenti le nature degli uomini! ché seranno molti che non che temino gli auguri, ma ebbi non vi daranno alcuna cosa, di giacere e di stare tra' corpi morti; ed altri seranno che non si cureranno di stare nel letto dove siano serpenti, dove siano botte, scorpioni, ed ogni veleno e bruttura; ed altri sono che fuggono di non vestirsi di verde, che è il più vago colore che sia; altri non principierebbono alcun fatto in venerdì, che è quello dì, nel quale fu la nostra salute; e così di molte altre cose fantastiche e di poco senno, che sono tante che non capirebbono in questo libro.

     (Novella XLVIII)



     BERTO E LA FORESE
     Berto Folchi, essendo in una vigna congiunto con una forese, alcuno viandante passando di sopra un muro, non accorgendosi, li salta addosso; il quale credendo sia una botta, fuggendo grida "accorr uomo", e mette tutto il paese a romore.

     B
     EN venne ad avere il suo intendimento d'uno amorazzo Berto Falchi, ed ancora il priore Oca con sottile inganno a godere una vigna, così bene, come ad effetto del suo volere venisse Sandro Tornabelli.
     Questo Berto Falchi fu uno piacevole cittadino della nostra città, e leggiadro, ed innamorato ne' suoi dì. Costui, avendo più tempo dato d'occhio con una forese nel populo di Santo Felice ad Ema, nella per fine un dì, essendo la detta forese in una vigna, il detto Berto non abbandonando questo suo amore, ne venne alla volta sua, ed appiè d'un muro a secco che cingea la vigna, dietro al quale passava una via, si puosono.


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