NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Ugolotto grida: - Portate via le panche, che siate mort'a ghiadi!
     Costorosenza toccarle se ne vanno, e diconlo a' beccamorti; li quali, ciò udito, ne vanno là, e come veggano Ugolotto nella via, tutti spaventano: - Che vuol dir questo?
     Ed Ugolotto fassi incontro a loro, e dice: - Qual Ugolotto è morto, che siate tagliati a pezzi? Per lo corpo di Dio, s'io fussi giovane, come già fui, che voi non fareste mai metter più panche ad uomo che morisse.
     Quelli diceano: - Voi avete ragione; se colpa ci è, ell'è di chi cel venne istamane a dire.
     - O chi fu? - dice Ugolotto.
     Dicano coloro: - Egli era sì per tempo, che noi non lo potemmo scorgere.
     Dice Ugolotto: - Serà stato un ladroncello, che mi fece pagare ieri lire cinquantadue e soldi dieci,
     Dicono quelli: - E se voi il sapete, non ne riputate noi.

     Dice Ugolotto: - Io non lo so, chi fosse non posso sapere; ma io me n'andrò testeso all'esecutore; - e, messosi in via, così fece.
     I beccamorti, che aveano tese le panche per beccare, sanza alcun utile se le riportarono a casa; ed Ugolotto si dolse allo esecutore, e del primo caso e del secondo. L'esecutore, avendo la cosa scorta, fra sé medesima ne cominciò a pigliar diletto; e voltosi a Ugolotto, disse: - Gentiluomo, avvisiti tu di nessuno che queste cose ti faccia?
     Dice Ugolotto: - Io non mi posso immaginare chi sia.
     Disse l'esecutore: - Pensaci suso, e se nessuno indizio mi darai, lascia fare a me.
     Ugolotto disse di farlo, e partissi, pensando e ripensando, tantoché per lo pensare e la vecchiezza e' stette buon pezzo che parea tralunato; e nella fine si diede pace, ed innanzi che passassino quindici mesi, le panche si posono da dovero, e fussene fuori.


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