NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Disse la donna: - Vuo' tu far bene? sali su questo desco, e ponti su uno di quelli crocifissi piani con le braccia in croce, come stanno gli altri, ed io ti coprirrò con quel panno lino medesimo, con che è coperto quello; vegna cercando poi quanto vuole, ché io non credo che in questa notte ti trovi; io ti farò un fardello de' panni tuoi e metterogli in qualche cassa, tantoché vegna il dì; poi qualche santo ci aiuterà.
     Costui, come quello che non sapea dove s'era, sale sul desco, e leva lo sciugatoio, e in sul crocifisso piano si concia proprio come uno de' crocifissi scolpiti; e la donna piglia il panno lino e cuoprelo, né più né meno com'erano coperti gli altri, e torna a dirizzare un poco il letto, che non paresse vi fusse dormito se non ella; e tolto le calze, e scarpette, e farsetto, e gonnella e l'altre cose dello amante, subito n'ebbe fatto uno assettato fardellino e mettelo tra altri panni. E ciò fatto, ne va alla finestra, e dice: - Chi è?

     E que' risponde: - Apri, io son Mino.
     Dice quella: - O che otta è questa? - e corre ad aprirli.
     Aperto l'uscio, e Mino dice: - Assai m'ha' fatto stare, come colei che se' stata molto lieta che io ci sia tornato.
     Disse quella: - Se tu se' troppo stato, è difetto del sonno, perocché io dormiva e non t'udìa.
     Dice il marito: - Ben la faremo bene; - e toglie un lume e va cercando ciò che v'era insino sotto il letto.
     Dice la moglie: - O che va' tu cercando?
     Dice Mino: - Tu ti mostri nuova; tu 'l saprai bene.
     Dice quella: - Io non so che tu ti di': sapra' tel pur tu.


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