NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Andando costui cercando tutta la casa, pervenne nella bottega, dov'erano li crocifissi. Quando il crocifisso incarnato lo sente ivi, pensi ciascuna come gli parea stare; e gli convenìa stare come gli altri che erano di legno; ed egli avea il battito della morte. Aiutollo la fortuna, ché né Mino né altri mai avrebbe creduto essere in quella forma colui che era nascosto. Stato che Mino fu nella bottega un poco, e non trovandolo, s'uscì fuori. Era quella bottega con una porta dinanzi, la quale si serrava a chiave di fuori, perocché uno giovane che stava col detto Mino ogni mattina l'apriva come s'aprono l'altre; e dalla parte della casa era uno uscetto là, onde il detto Mino entrava nella bottega; e quando ne uscìa della bottega e andavane in casa, serrava il detto uscetto a chiave, sì che il vivo crocifisso non se ne poteva uscire, se avesse voluto.

     Essendosi combattuto Mino il terzo della notte, e non trovando alcuna cosa, la donna s'andò al letto, e disse al marito: - Va' tralunando quantunche tu vuogli; se tu ti vuogli andare al letto, sì ti va'; e se no, va' per casa come le gatte, quanta ti piace.
     Dice Mino: - Quand'io arò assai sofferto, io ti darò a divedere che io non sono gatta, sozza troia, che maledetto sia il dì che tu ci venisti.
     Dice la moglie: - Cotesto potre' dir'io: è bianco, o vermiglio quello che favella?.
     - Io tel farò bene a sapere innanzi che sia molto.
     Dice quella: - Va' dormi, va' e farai il tuo migliore, o tu lascia dormir me.
     Le cose per istracca si rimasono per quella notte; la donna s'addormentò, ed ancora egli andò a dormire. Lo parente, che di fuori aspettava come la cosa dovesse riuscire, standovi insino passata la squilla, se n'andò a casa, dicendo: - Per certo, in tanto che io andai di fuori per Mino, l'amante se ne sarà andata a casa sua.


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