NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Dice Fra Puccio: - Non più; lasciate far me; - e vassi con Dio.
     E giugnendo all'uscio dell'amante, mostrando chieder del pane, domandava: - Ecci il tale?
     Colui era nella camera terrena, udendosi domandare, si fece all'uscio, e dice: - Chi è là?
     Il frate va a lui, e dàgli i panni, dicendo: - La donna della stufa ve li manda.
     E colui gli diè due pani, e 'l frate partissi. E l'amante considera bene ogni cosa, e subito ne va al campo di Siena, e fu quasi de' primi vi fusse quella mattina, e là facea de' suoi fatti, carne se mai tal caso non fusse avvenuto. Mino quando ebbe assai soffiato, essendo rimasto scornato dei crocifissa che s'era fuggito, ne va verso la moglie dicendo: - Sozza puttana, che di' che io sono gatta, e che io ho bevuto bianco e vermiglio, e nascondi i bagascioni tuoi in su i crocifissi; e' conviene che tua madre il sappia.

     Dice la donna: - Di' tu a me?
     Dice Mino: - Anche dica alla merda dell'asino.
     - E tu con cotesta ti favella - disse la donna.
     Dice Mino: - Ed anche non hai faccia, e non ti vergogni? che non so ch'io mi tegno che io non ti ficchi un tizzon di fuoco nel tal luogo.
     Dice la donna: - Non saresti ardito, s'io non ho fatto lo 'mperché ché alla croce di Dio s'tu mi mettessi mano addosso, non facesti mai cosa sì caro ti costasse.
     Costui dice: - Deh, troia fastidiosa, che facesti del bagascione un crocifisso, che così gli avess'io tagliato quello che io volea, com'egli s'è fuggito.
     Dice la donna: - Io non so che tu ti beli: qual crocifisso si poté mai fuggire? non sono egli chiavati con aguti spannali? e se non fusse stato chiavato, e tu te ne abbi il danno se s'è fuggito; perocch'egli è tua colpa, e non mia.


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