NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 327
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     Elle rispondono: - Giovanni, noi ti preghiamo che ti sia raccomandato questo piccolo romitoro, e che esso vegni a vicitare carne tua casa; va' nella pace di Dio.
     E così si parti, che parea, quando giunse a Todi, uno cappone vero.
     E più tempo continuò questa così fatta vicitazione, per forma che diventò di fresco e colorito, quasi magrissimo e pallido, e andava onesto, che parea San Gherardo da Villamagna, essendo tenuta santo; e quando morì ogni uomo e femmina gli andava a baciar la mano, dicendo che facea miracoli.
     Or guardate, quanto è nascosta la ipocrisia del mondo, che colui ch'era della condizione di sopra scritta, si fece più tosto santo nella sua fine. O quanti ne sono tenuti santi e beati, che le loro anime non vi sono presso per la ipocrisia, che sempre regnò; e troppo è difficile a poter cognoscere il cuore, o gli segreti dentro dell'uomo.

     (Novella CI)



     DANTE, IL FABBRO E IL GIOVANE ADIMARI
     Dante Alighieri fa conoscente uno fabbro del suo errore, perché con nuovi volgari cantava il libro suo.

     L
     O eccellentissimo poeta volgare, ha cui fama in perpetuo non verrà meno, Dante Allighieri fiorentino, era vicino, in Firenze, alla famiglia degli Adimari. Ed essendo apparito caso che un giovane cavaliere di quella famiglia, per non so che delitto, era impacciato, e per esser condennato per ordine di justizia da uno esecutore, il quale parea avere amistà col detto Dante; fu dal detto cavaliere pregato che pregasse l'esecutore che gli fosse raccomandato. Dante disse che 'l farebbe volentieri. Quando ebbe desinato, esce di casa, ed avviasi per andare a fare la faccenda, e passando per porta San Piero, battendo ferro un fabbro su la 'ncudine, cantava il Dante come si canta uno cantàre, e tramestava i versi suoi, smozzicando e appiccando, che parea a Dante ricever di quello grandissima ingiuria. Non dice altro, se non che s'accosta alla bottega del fabbro, là dove avea di molti ferri, con che facea l'arte; piglia Dante il martello e gettalo per la via, piglia le tenaglie e getta per la via, piglia le bilance e getta per la via, e così gittò molti ferramenti. Il fabbro, voltosi con uno atta bestiale, dice: - Che diavol fate voi? siete voi impazzato?


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]