Dice quelli: - Io verrò domattina, e con l'alloro e con l'asino, e porterolli dove tu mi dirai.
Dice il nobile gentiluomo: - Portera'li in Terma a casa la tale mia parente, e mettili nella camera terrena, ed io vi sarò tosto dopo te, e poi li manderemo al tavernaio
E così andò il contadino, e la mattina di buon'ora giunse con l'asino e con l'alloro; e trovato colui che aspettava, mise l'asino e l'alloro dentro; e andarono nella cella, dove erano li porci. Dice il principale: - Sa' tu quello ch'io ho pensato? che io voglio che noi spariamo bene quel porco grande, e mettervi dentro quel piccolo, e poi l'affascineremo con questo alloro, e non fa niuno che possa immaginare che sia altro che uno.
E brievemente così di questi due porci feciono uno; e messo su l'asino, e legato, e acconcio, e avuto soldi quaranta per la gabella, si mise in via. Giunto alla porta, li gabellieri dicono: - Paga di quel porco tu; - e quelli comincia annoverare sul tavoletto li quaranta soldi; e mentre ch'elli annoverava, certi garzonotti, giucatori e sviati, come spesso si riparano alle porti, guatavano questo porco, e quando toccavano le sanne, e quando i piedi, e dicevano tra loro: "Questo è un bel porco".
Annoverati i denari, e detto arri, e dato della mazza all'asino, fu tutt'uno; ed essendo dilungato forse trecento passi, uno di quelli garzoni che aveano ben proccurato il porco, s'accostò a' gabellieri e dice: - Di che vi diè la gabella quello di quel porco?
Dicono i gabellieri: - Pagocci d'un porco.
Disse il garzone: - Io per me vidi dirieto tre piedi di porco e sono stato gran pezzo per ismemorato, che io so ben ch'e porci hanno due piedi dirieto, e non tre.
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