ll maggior gabelliere comandò a uno che corresse e giugnesse colui, e menasselo a drieto; e così fu fatto. Giunto costui e detto: "Torna addietro"; subito divenne di mille colori; e quando fu alla porta, i gabellieri cercano quel porco, e guatando trovarono il minore in corpo a quello. Come l'hanno trovato dicono: - Eja! questo è pure il più bel frodo, che si vedesse mai.
Dice il contadino: - Gnaffe! io porto quello che m'è dato.
- Va' che sia tagliato a pezzi, - dicono i gabellieri, e mandanlo alla gabella con l'asino e con la soma.
Giunto dinanzi a' maestri, ciascuno si maravigliava di sì falsa sottigliezza, domandando di cui erano; ed egli il disse e tu per averne la mala ventura: ma tanto valsono le preghiere, ch'egli pagò di soldi quaranta, e, per ogni danaio, tredici; che furono ben ventotto lire. In questo mezzo a cui era stato imbolato il porco, ragionandosi di questo frodo, gli venne agli orecchi; e pensando chi e come, e che non era uomo da tenere due porci, si diede e a cercare e a investigare, e trovò che 'l porco suo era 'l maggiore di quelli due. Di che mandò uno a colui che gliel'avea furato, dicendoli, quale volesse: o subito restituire il suo porco, o che egli andasse al rettore. Costui per uno di mezzo il fece contento, allegando, non era stato elli, ma che gli era stato recato a casa.
E così questo cattivo uomo non capitò alle forche, come era degno; ma pure ebbe parte di quello che meritava, ché rimase sanza il porco, e con danno e con vergogna, e gli costò più di dieci fiorini. E però non si puote errare a lasciare stare le cose altrui; ché, se non che costui morì da ivi a poco tempo, e' venìa a fine che averebbe vituperato sé e tutta la sua progenie.
|