NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     E 'l fante così fece; ma non si poté tenere che a uno gabelliere non dicesse in grandissimo segreto il fatto; il quale gabelliere disse a gli altri: - E' c'è la più bella novella che voi udisse mai; ché 'l tale passerà testé qui, che viene dal luogo suo, ed hassi piene le brache d'uova.
     Dice alcuno: - Doh! lasciate fare a me, e vedrete bel giuoco.
     Dissono gli altri: - Fa' come ti piace.
     E così giunse Antonio: - Buona sera, brigata, etc.
     Dice quel gabelliere: - Antonio, deh, vieni qua un poco, e assaggerai un buon vino.
     Quelli dicea, non volea bere.
     - Per certo sì farai; - e tiralo per lo mantello, e condottolo dove volea, dice: - Siedi un poco.
     Colui risponde: - Non bisogna; - e per niun modo vuole.
     Il gabelliere dice: - Io posso pur sforzare uno, volendoli fare onore! - e pignelo a sedere su una panca.

     E come si pone, e' parve si ponesse a sedere su uno sacco di vetri. Dicono i gabellieri: - Che hai tu sotto, che fece così grande scrosciata? sta' un poco su.
     Dice il maggiore: - Antonio, tu dèi volere che noi facciamo l'oficio nostro; noi vogliamo vedere quello che tu hai sotto, e che fece così grande romore.
     Dice Antonio: - Io non ho sotto nulla; - e alzò il mantello, dicendo: - E' sarà questa panca, che averà cigolato.
     - Che panca? non fu busso di panca quello; tu alzi il mantello, la cosa dee essere altrove; - e fannolo alzare a poco a poco: e, brievemente, veggono certo giallore venire giù per le calze, e dicono: - Questo che è? noi vogliamo vedere le brache, donde pare che venga questa influenza.


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