NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     NO cittadino molto antico d'anni e nuovo di costumi, fu, non è gran tempo, nella città di Firenze, il quale ebbe nome Rinuccio di Nello, uomo assai di famiglia antico; e stava presso a Santa Maria Maggiore. Costui avea sempre cavallo per suo cavalcare, che era più nuovo di lui, e non so da qual razza si venìano quelli cotanti che tenne ne' suoi dì, che tutti pareano più sgraziato l'uno che l'altro. Fra gli altri, quasi nell'ultimo della sua vita, n'ebbe uno che parea uno cammello, con una schiena che parea Pinza di monte, e con una testa di mandragola la sua groppa era, che parea un bue magro; quando egli gli dava una spronata, e' si movea d'un pezzo, come se fosse di legno, alzando il muso verso il cielo; e sempre parea addormentato, se non quando avesse veduto una ronzina; allora rizzando la coda, un poco anitriva e spetezzava. Non era però da maravigliare se 'l detto cavallo era incordato, perocché gli dava spesso a rodere sermenti per paglia e ghiande per biada.

     Avvenne un giorno per caso, che volendo cavalcare il detto Rinuccio, avea appiccato il detto cavallo di fuori nella via; ed essendo venuta una ronzina alla piazza, dove si vendono le legne, che era quasi dirimpetto alla sua casa, ed essendosi sciolta da un arpione, cominciò a fuggire per la via dov'era appiccato il detto cavallo; il quale, come sentì la giumenta correre dirieto, tiròe la testa a sé con sì dura maniera, che ruppe uno briglione assai forte; perocché il detto Rinuccio l'avea fatto fare in pruova, mostrando a ciascuno per quello, che 'l cavallo fosse sì poderoso che appena si potea governare. Tirato addietro la testa con tutta la persona, spezzò la briglia, e voltosi dietro alla cavalla versò Santa Maria Maggiore, gli tenne dietro furioso, com'è d'usanza degli stalloni.


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