NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Rinuccio, che era per uscire fuori e montare a cavallo, sente un gran romore, che ogni uomo correa dietro a tanta novità; fassi alla porta, non truova il cavallo, domanda dov'egli è ito. Un calzolaio gli dice:
     - Rinuccio mio, il vostro cavallo ne va drieto a una cavalla col mazzafrusto teso, e in su la piazza di Santa Maria Maggiore mi parve gli salisse addosso: soccorretelo, ché si potrebbe troppo ben guastare.
     Rinuccio non dice che ci è dato; mettesi corso, e con gli sproni in piedi fu più volte presso che caduto; e tenendo per nuove vie drieto a questa sua buscalfana, pervenne in Mercato Vecchio; là dove giunto, vide il cavallo addosso alla ronzina; e ciò veggendo, comincia a gridare: - San Giorgio, San Giorgio.
     I rigattieri cominciano a serrare le botteghe, credendo che 'l romore sia levato. Le bestie entrano tra' beccai, che allora stavano alla scoperta in mezzo della piazza; e giugnendo a uno desco d'uno che avea nome Giano, che vendea le vitelle, la ronzina si gettò sul detto desco, e 'l cavallo driètole per forma, che Giano, che era assai nuovo pesce, fu presso che morto; e le pezze della vitella di latte, che erano tese per lo desco, furono tutte peste, e convertironsi in pezze di vitella di loto. E detto Giano, quasi come smemorato, fuggì in una bottega di speziale. E Rinuccio aombrato gridava: - San Giorgio - e Giano gridava: - Oimè, ch'io son diserto.

     Colui, di cui era la ronzina, era tuttavia drieto con un bastone, e volendo attutare la concupiscenza della carne, dava di gran bastonate, quando al cavallo, e quando alla ronzina; e spesse volte, quando dava al cavallo, e Rinuccio gli si gettava addosso, e dicea: - Per Santo Loi, che se tu dai al mio cavallo, che io darò a te.


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