Opere di letteratura italiana e straniera |
Come la fortuna volle, il cavallo e la ronzina quasi congiunti entrarono nella corticella dello esecutore, là dove lo esecutore, per grandissima paura, non sappiendo che fosse, ma avvisandosi che 'l furore del populo gli venisse per uno che avea tra mano, del quale era gran contesa che non morisse, ed elli il volea far morire; si fuggì drieto a un letto d'un suo notaio, e di là entrò sotto la lettiera, essendo già quasi mezzo armato. Il popolo ancora si bussava in gran parte con le pugna, ed era per venire a' ferri; se non che subito la porta dello esecutore, la qual giammai non si serra, fu subito serrata, e a gran fatica fu preso il cavallo e la giumenta, li quali tutti gocciolavano di sudore, e Rinuccio di Nello era più morto che vivo, e non sudava, perocché non avea omore, e le rotelle delli sproni gli erano cascate di drieto e intrate sotto le piante, le quali gli aveano laceri tutti gli fossi de' piedi. Li Signori, rassicurati, ch'aveano veduto ciò che era, mandarono comandatori e famiglia ad acchetare la zuffa e 'l romore, e con bandi e con comandamenti ebbene assai che fare di potere acchetare la moltitudine.
Nella fine, essendo le cose rabbonacciate, la gente si cominciò a partire; ma drieto a Rinuccio e al suo Baialardo n'andarono centinaia, guardando Rinuccio per grande novità. Quello della ronzina se n'andò in Vinegia tutto pesto e afflitto con la sua ronzina, e là si riposò tanto che tornò un poco in sé; e giurò di non tenere mai più ronzina tutto il tempo della vita sua; e così fece. Il Podestà e 'l Capitano, essendosi armati, quando sentirono le cose non essere di pericolo, e la cagione del romore, e come già era cheto, salirono a cavallo, e con le loro brigate quasi a un'ora giunsono su la piazza. Fu fatto beffe di loro da quelli che v'erano rimasi, che pochi erano; ed eglino aveano seguito l'ammaestramento di Cato: rumores fuge. E là stati per alquanto, dicendo: - E dove son issi? e dove son quissi? - alla fine si partirono. |