NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Tutto questo sia da me detto a fine che l'uomo, come si sente passar per le vene questo dilettevol male, cominci a fargli resistenza e deliberi troncargli con ogni prestezza la via, ché io v 'assicuro che molto facilmente chi vuole subito porgli rimedio ritroverà perfetta sanità. Per il contrario se si lascia da questo dolce veleno invescare, se permette che pigli fondamento, la infermità diviene insanabile. E questo si vede per esperienza tutto 'l dì ed ora più espresso si tocca con mano del nostro frate, il quale, non dando repulsa ai primi pensieri, tanto si lasciò da quelli trasportare che determinò metter la vita a sbaraglio quella non curando e meno l'onore. Fatta, come avete sentito, tal deliberazione, altro non attendeva che la notte e parevagli quel giorno più de l'usato lungo assai. Cenò la sera il padre molto sobriamente, sovenendogli che era per correr le poste e non voleva trovarsi con lo stomaco caricato. Egli teneva benissimo in mente la disposizion de la camera e di che modo stavano i letti, né altro aspettava che l'ora d'andar a mettersi in battaglia. Ora tutta quella prima parte de la notte egli infinitamente fu combattuto da varii pensieri, perché, pensando al periglio che gli poteva sopravvenire, conchiudevan non volersi porre a tanto rischio ma aspettar altra più sicura comodità; e con questo si corcava per dormire. Ma il sonno era dagli occhi suoi bandito, di modo che ora presentandogli Amore la bellezza de la donna amata, egli tra sé diceva: "Adunque sarò io così da poco che per tema di questa mia vita frale perderà il godimento de la più cara, bella e piacevol cosa del mondo? Sarò io così vile che non metterò non questa, ma se n'avessi mille de le vite, ad ogni estremo rischio per posseder quella cosa, che merita per le infinite sue doti che tutto il mondo la serva, la riverisca e adori? Non è egli di molto più valuta infinitamente quello che io averò che quanto mai perder io possa? E la roba, s'io n'avessi, e la vita e l'onore non sono da esser paragonati al bene ch'io n'aspetto". Così più e più volte cangiato pensiero, restò in questo, ultimamente, d'andarvi. Con questo si mise con l'orecchie aperte a ciò che ne la elezione de l'ora non s'ingannasse, e mille volte in quello spazio di tempo venne su l'uscio de la camera per ascoltar se l'ore toccavano, facendosi a credere che il barone non levarebbe fin dopo la mezza notte d'un pezzo. Onde d'una grossa ora innanzi a quel punto, avuto prima modo d'aver certe vesti del barone e bene nettatosi, con una cuffia in capo del modo che sapeva esser da quello portata, se n'andò a la camera de la donna, e trovato l'uscio, secondo l'ordine dato, aperto, entrò pianamente dentro, e ancor che fosse oscuro come in bocca di lupo, andò diritto al letto. Quivi trovata la donna che dormiva, soavemente la destò e se le corcò a lato, e quella, che appresso al marito esser credeva, recatasi ne le braccia, cominciò a prenderne quel piacere amorosamente, del quale questi innamorati dicono non esserne altro maggiore al mondo.


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