NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Aveva già ciascheduna delle scelerate femine adempiuto ogni suo reo e malvagio proponimento, e solo una cosa ci restava: che agli innocentissimi fanciulli dessero acerba morte. Ma a Dio non piacque che del proprio sangue si bruttassino le mani; ma fatta una cassetta e ben incerata di tenace pece, e messi i fanciulli dentro e chiusi, la gittorono nel vicino fiume, ed a seconda dell'acqua la lasciorono andare. Iddio giusto, che non pate che l'innocente sangue patisca, mandò sopra la sponda del fiume un monaio, Marmiato per nome chiamato; il quale, veduta la cassetta, la prese ed aperse, e dentro vi trovò i tre bambini che ridevano. E perciò che erano molto belli, pensò che fussero figliuoli di qualche gran matrona, la quale per vergogna del mondo avesse commesso sì fatto eccesso. Onde renchiusa la cassetta e postasela in spalla, se n'andò a casa; e disse alla moglie, che Gordiana si chiamava: - Guata, moglie mia, ciò che trovai nella riva del fiume: io te ne faccio un dono. - Gordiana, veduti i fanciulli, graziosamente gli ricevette; e non altrimenti che se fusseno del suo corpo nati, li nudrì. A l'uno de' quali puose nome Acquirino, all'altro Fluvio, per esser sta' ritrovati nelle acque: ed alla bambina, Serena.

     Ancilotto re stavasi allegro, sempre pensando di trovare al suo ritorno tre belli figliuoli; ma la cosa non gli avenne sì come ei pensava, perciò che la astuta madre del re, tantosto che s'accorse il figliuolo al palazzo avicinarsi, gli andò incontro, e dissegli la sua cara moglie, invece di tre figliuoli, tre botoli cani aver parturito. E menatolo nella camera dove la addolorata moglie per lo parto giaceva, gli dimostrò i cagnolini che al lato teneva. Ed avenga che la reina dirottamente piangesse, negando tuttavia averli parturiti, nientedimeno l'invidiose sorelle confermavano esser il vero tutto quello che aveva detto la vecchia madre. Il che udendo, il re molto si turbò, e quasi da dolore in terra cadde; ma poscia ch'egli rinvenne alquanto, stette gran pezza tra il sì e 'l no suspeso, ed al fine diede piena fede alle parole materne. E perché la misera reina era pazientissima, e con forte animo sofferiva la corteggiana invidia, venne al re pietà di farla morire; ma comandò che fusse posta sotto il luoco dove si lavano le pentole e le scutelle, e che per suo cibo fussero le immondizie e le carogne che giù della fetente e sozza scaffa cadevano.


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