(Da Le piacevoli notti: notte quarta, favola III)
L' UOMO SALVATICO
Guerrino, unico figliuolo di Filippo Maria re di Cicilia, libera un uomo selvatico dalle prigione del padre; e la madre per temenza del re manda il figliuolo in essilio. E io selvatico uomo, fatto domestico. libera Guerrino da molti ed' infiniti infortuni.
C
ICILIA, donne mie care, sì come a ciascheduna di voi puol esser chiaro, è una isola perfetta ed ubertosa, e per antichità tutte le altre avanza; ed in essa sono molte città e castella, che molto più di quello che ella sarebbe, l'abbelliscono. Di questa isola ne' passati tempi era signore re Filippo Maria, uomo saggio, amorevole e singolare; ed aveva per moglie una donna molto gentile, graziosa e bella, e di lei ebbe un solo figliuolo, Guerrino per nome chiamato. Il re d'andare alla caccia vie più che ogni altro signore si dilettava, perciò che era robusto e forte, e tal essercizio molto li conveniva. Ora avenne che, ritrovandosi in caccia con diversi suoi baroni e cacciatori, vide uscire fuori del folto bosco un uomo salvatico assai grande e grosso, e sì difforme e brutto, che a tutti grandissima ammirazione rendeva, e di corporali forze ad alcuno non era inferiore. E messosi in ordine il re con duo suoi baroni e dei migliori che ci avesse, animosamente l'affrontò, e dopo lungo combattimento, valorosamente lo vinse: e preso de sue mani e legato, al palazzo lo condusse; e trovata stanza a lui convenevole e sicura, dentro lo mise, e ben chiuso con fortissime chiavi, ordinò che ben custodito e atteso fusse. E perché il re lo aveva sommamente caro, volse che le chiavi rimanessino in custodia della reina; né era giorno che il re per suo trastullo non l'andasse a vedere alla prigione. Non passorono molti giorni, che il re, da capo si mise in punto per andare alla caccia; ed apparecchiate quelle cose che in tal facenda fanno bisogno, con la nobile compagnia si partì: raccomandate però prima le chiavi della prigione alla reina.
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