NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Mentre che il re era alla caccia, venne gran voglia a Guerrino, che giovanetto era, di vedere l'uomo salvatico; ed andatosene solo con l'arco, di cui molto si dilettava, e con una saetta in mano alla ferriata della prigione dove abitava il mostro, lo vide, e con esso lui incominciò domesticamente ragionare. E così ragionando, l'uomo salvatico, che l'accarezzava e losingava, destramente la saetta, che riccamente era lavorata, di mano li tolse. Onde il fanciullo cominciò dirottamente a piangere, né si poteva dalle lagrime astenere, chiedendogli che li dovesse dare la sua saetta. Ma l'uomo salvatico disse: - Se tu mi vuoi aprire e liberarmi di questa prigione, io ti restituirò il tuo strale; altrimenti, non te lo renderò mai. - A cui disse il fanciullo: - Beh, come vuoi tu ch'io t'apri e liberi, se io non ho il modo di liberarti? - Allora disse il salvatico uomo: - Quando ti fusse in piacere di sciogliermi e liberarmi di questo angusto luogo, io bene t'insegnerei il modo che tosto liberare mi potresti. - Ma come? - rispose Guerrino; - dammi il modo. - A cui disse il salvatico uomo: - Va dalla reina tua madre; e quando addormentata la vedrai nel meriggio, destramente guata sotto il guanciale sopra il quale ella riposa, e chetamente, che ella non ti senta, furale le chiavi della prigione, e recale qui, ed aprimi; ché, aperto che tu mi averai, subito ti restituirò il tuo strale. E di questo servizio a qualche tempo forse ti potrò remeritare. - Guerrino, bramoso di avere lo suo dorato strale, più oltre, come fanciullo, non si pensò: ma senza indugio alcuno corse alla madre; e trovatala che dolcemente riposava, pianamente le tolse le chiavi, e con quelle se ne ritornò al salvatico uomo; e dissegli: - Ecco le chiavi. se io quinci ti scioglio, va tanto lontano, che dite più odor alcuno non si senta; perciò che se il padre mio, ch'è gran maestro di cacce, ti ritrovasse, e prendesse, agevolmente uccider ti farebbe. - Non dubitar, figliuolo mio, - disse il salvatico uomo, - ché tantosto ch'aperto avrai la prigione, che disciolto mi veggia, io ti darò la tua saetta, e io me ne andrò sì lontano, che mai più né da tuo padre, né d'altrui sarò accolto. - Guerrino, che aveva le forze virili, tanto s'affaticò, che finalmente aperse la prigione, e l'uomo salvatico, resoli la saetta e ringraziatolo molto, si partì.


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