NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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[Indice]

     (Novella XLIX)



     LA PETIZIONE DEL CAVALLO
     D'una campana che si ordinò al tempo del Re Giovanni.

     A
     L tempo del re Giovanni d'Acri fue ordinata una campana che chiunque ricevea un gran torto sì l'andava a sonare, e 'l Re ragunava i Savi a ciò ordinati a ciò che ragione fosse fatta. Avvenne che la campana era molto tempo durata che la fune era venuta meno, sì che una vitalba v'era legata. Or avvenne che uno Cavaliere d'Acri avea un suo nobile destriere lo quale era invecchiato sì che sua bontà era tutta venuta meno, sì che per non darli mangiare il lasciava andar per la terra. Lo cavallo per la fame aggiunse con la bocca a questa vitalba per rodegarla. Tirando, la campana sonò. Li giudici si adunaro, e videro la petizione del cavallo che parea che domandasse ragione. Giudicarono che 'l Cavaliere cui elli avea servito da giovane il pascesse da vecchio. Il Re lo costrinse e comandò sotto gran pena.

     (Novella LII)



     IL PEDAGGIO DEI DIFETTI
     Qui conte d'una grazia che lo 'mperadore fece a un suo Barone.

     L
     O 'mperadore donò una grazia a un suo Barone, che qualunque uomo passasse per sua terra che li togliesse d'ogni magagna evidente un danaio di passaggio. Il Barone mise a la porta un suo passeggiere a ricogliere il passaggio. Un giorno avvenne che uno che avea meno uno piede venne alla porta: il pedagiere li domandò un danaio. Quelli si contese azzuffandosi con lui. Il pedagiere il prese. Quelli difendendosi, trasse fuori uno suo moncherino, ch'avea meno l'una mano. Allora il pedagiere il vide e disse: tu me ne darai due; l'uno per la mano, e l'altro per lo piede. Allora furo alla zuffa: il cappello li cadde di capo. Quelli avea meno l'uno occhio. Disse il pedagiere: tu me ne darai tre. Pigliàrsi a' capelli; lo passaggiere li puose mano in capo. Quelli era tignoso. Disse lo passaggiere: tu me ne darai ora quattro. Così convenne a colui, che potea sanza lite passare per uno, pagasse quattro.


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