NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Quando s'eran gran pezzo sollazzati,
     la donna se ne gia e sì 'l barone,
     per temenza di non esser trovati,
     ciascuno si tornava a sua magione;
     ma la mattina, po' ch'eran levati,
     veniano in corte, coll'altre persone,
     non facendo né segno né sguardare
     ch'altrui non sen potesse mal pensare.

     E 'l disio dolce che nei cor spirava
     facea quei due amador pien d'allegrezza;
     e quella dama tanto allegra stava,
     che nel viso fioriva sua bellezza.
     Messer Guglielmo ogni giorno armeggiava
     e facea gra' conviti e gran larghezza;
     mostrava ben com'era innamorato,
     ma di chi fusse nol sapeva uom nato.

     Or segue qui la leggenda e la storia
     della donna dei gran duca Guernieri.
     L'alta duchessa credea in sua memoria
     che 'l buon Guglielmo, nobil cavalieri,
     per lei facessi cotal festa e gloria,

     ed armeggiando montasse a destrieri,
     e ch'egli fusse al suo bello piacere
     preso d'amore tutto al suo potere.

     Ella, che ha messo in lui ogni sua speme
     e celato l'amore oltra misura,
     sì che il disio d'amor nel core prieme,
     in gelosia ne vive ed in paura;
     e lagrime degli occhi il viso geme.
     Presente quella nobil creatura,
     diceva: - Amor, perché m'hai così arso
     di costui, che d'amor m'è così scarso? -

     E volgeva sì spesso gli occhi sui
     come fa chi d'amor forte si duole,
     e, quando si trovava a sol con lui,
     sì gli diceva amorose parole.
     Messer Guglielmo, ch'era dato altrui,
     vedendo ciò che la duchessa vuole,
     non gliel negava o no l'acconsentìa
     per celar quella che l'avea in balìa.

     Un giorno er'ito el duca a suo diletto
     fuor della terra a un suo ricco palazzo,
     e la duchessa sanza ignun sospetto


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