NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     farti palese o girmene a gran passo.

     E, s'io piglio el partito di fuggirmi
     e lasciare el paese en tal maniera,
     ben dirà el duca: - E' voleva tradirmi -
     e fare' la duchessa veritiera
     e l'altre genti, che potranno dirmi
     sì cogli traditori ch'io sia a schiera;
     s'io mi diparto e 'l vostro amor no' scopro,
     come di questo falso mi ricuopro? -

     E, stando in tal maniera el cavaliero,
     che già pareva di dolor musorno
     per questo afflitto e doglioso pensiero,
     e già era passato il nono giorno;
     e subito gli venne un messaggero
     che immantinente, sanza ignun soggiorno,
     che di presente comparissi al duca
     nella gran sala ove el signor manduca.

     El cavalier di subito fu mosso,
     con sei valletti gì su pella scala
     con un mantel di drappo bruno addosso,
     e lagrime degli occhi in viso cala,

     la pelle gli parea cucita addosso;
     e giunse al duca, ch'era suso in sala.
     Di questo el duca co' la sua famiglia,
     vedendolo, ciascun si maraviglia.

     Ed in segreto dall'altrui presenza
     così gli disse: - Ora ti riconforta
     ched e' non ti bisogna aver temenza,
     se ben tu avessi la duchessa morta.
     Ma dimmi il vero, io ten terrò credenza
     per quella fede che l'anima porta:
     qual dama avete, che sì vi talenta,
     ch'io possa dir che la duchessa menta? -

     Vedendo il cavalier che a tal partito
     el duca voleva esser fuor di dubbio,
     diventò dismagato e sbigottito,
     e 'l fresco viso suo divenne dubbio
     e poi si stava qual morto transito,
     volto in trestizia, come panno in subbio.
     Quando ebbe e' denti della lingua sciolti:
     - Sire - disse - vien meco, e mostrerolti.-

     Già era sera e l'aria fatta bruna,


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