NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Il re tantosto le promise di farlo. La giovane cominciò la sua medicina e in brieve anzi il termine l'ebbe condotta a sanità; di che il re, guerito sentendosi, disse: - Damigella, voi avete ben guadagnato il marito.
     A cui ella rispose: - Adunque, monsignore, ho io guadagnato Beltramo di Rossiglione, il quale infino nella mia puerizia io cominciai ad amare, e ho poi sempre sommamente amato.
     Gran cosa parve al re dovergliele dare; ma, poi che promesso l'avea, non volendo della sua fé mancare, se 'l fece chiamare e sì gli disse: - Beltramo, voi siete omai grande e fornito: noi vogliamo che voi torniate a governare il vostro contado e con voi ne meniate una damigella la qual noi v'abbiamo per moglie data.
     Disse Beltramo: - E chi è la damigella, monsignore?

     A cui il re rispose: - Ella è colei la quale m'ha con le sue medicine sanità renduta.
     Beltramo, il quale la conosceva e veduta l'avea, quantunque molto bella gli paresse, conoscendo lei non esser di legnaggio che alla sua nobiltà bene stesse, tutto sdegnoso disse: - Monsignore, dunque mi volete voi dar medica per mogliere? già a Dio non piaccia che io sì fatta femina prenda giammai.
     A cui il re disse: - Dunque volete voi che noi vegniamo meno di nostra fede, la qual noi per riaver sanità donammo alla damigella che voi in guiderdon di ciò domandò per marito?
     - Monsignore - disse Beltramo - voi mi potete torre quant'io tengo, e donarmi, sì come vostro uomo, a chi vi piace; ma di questo vi rendo sicuro che mai io non sarò di tal maritaggio contento.


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