NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Essa, accomandati loro a Dio, con un suo cugino e con una sua cameriera in abito di peregrini, ben forniti di denari e care gioie, senza sapere alcuno ove ella s'andasse, entrò in cammino, né mai ristette sì fu in Firenze: e quivi per avventura arrivata in uno alberghetto, il quale una buona donna vedova teneva, pianamente a guisa di povera peregrina si stava, disiderosa di sentire novelle del suo signore. Avvenne adunque che il seguente dì ella vide davanti allo albergo passare Beltramo a cavallo con sua compagnia; il quale quantunque ella molto ben conoscesse, nondimeno domandò la buona donna dello albergo chi egli fosse.
     A cui l'albergatrice rispose: - Questi è un gentile uom foresitiere, il quale si chiama il conte Beltramo, piacevole e cortese e molto amato in questa città; ed è il più innamorato uom del mondo d'una nostra vicina, la quale è gentil femina, ma è povera. Vero è che onestissima giovane è, e per povertà non si marita ancora, ma con una sua madre, savissima e buona donna, si sta; e forse, se questa sua madre non fosse, avrebbe ella già fatto di quello che a questo conte fosse piaciuto.

     La contessa queste parole intendendo raccolse bene; e più tritamente essaminando vegnendo ogni particularità, e bene ogni cosa compresa, fermò il suo consiglio: e apparata la casa e 'l nome della donna e della, sua figliuola dal conte amata, un giorno tacitamente in abito peregrino là se n'andò, e la donna e la sua figliuola trovate assai poveramente, salutatele, disse alla donna, quando le piacesse, le volea parlare.


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