NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     I giovani, vedute e udite queste cose, rivoltisi ad Arriguccio gli dissero la maggior villania che mai a niun cattivo uom si dicesse; e ultimamente dissero: - Noi ti perdoniam questa sì come ad ebbro, ma guarda che per la vita tua da quinci innanzi simili novelle noi non sentiamo più, ché per certo, se più nulla ce ne viene agli orecchi noi ti pagheremo di questa e di quella - ; e così detto se n'andarono.
     Arriguccio, rimase come uno smemorato, seco stesso non sappiendo se quello che fatto avea era stato vero o s'egli aveva sognato, senza più farne parola, lasciò la moglie in pace; la qual non solamente con la sua sagacità fuggì il pericol soprastante, ma s'aperse la via a poter fare nel tempo avvenire ogni suo piacere, senza paura alcuna più aver del marito.

     Giornata settima. Novella VIII



     ASTUZIE DEL PRETE DI VARLUNGO
     Il Prete da Varlungo si giace con monna Belcolore: lasciale pegno un suo tabarro, e accettato da lei un mortaio, il rimanda e fa domandare il tabarro lasciato per ricordanza: rendelo proverbiando la buona donna.

     D
     ico adunque che a Varlungo, villa assai vicina dì qui, come ciascuna di voi o sa o puote avere udito, fu un valente prete e gagliardo della persona ne' servigi delle donne, il quale, come che legger non sapesse troppo, pur con molte buone e sante parolozze la domenica a piè dell'olmo ricreava i suoi popolani; e meglio le lor donne, quando essi in alcuna parte andavano, che altro prete che prima vi fosse stato, visitava, portando loro della festa e dell'acqua benedetta e alcun moccolo di candela talvolta infino a casa, dando loro la sua benedizione. Ora avvenne che, tra l'altre sue popolane che prima gli eran piaciute, una sopra tutte ne gli piacque, che aveva nome monna Belcolore, moglie d'un lavoratore che si facea chiamare Bentivegna del Mazzo; la qual nel vero era pure una piacevole e fresca foresozza, brunazza e ben tarchiata e atta a meglio sapere macinare che alcuna altra; e oltre a ciò era quella che meglio sapeva sanare il cembabo e cantare L'acqua corre la borrana, e menare la ridda e il ballonchio, quando bisogno faceva, che vicina che ella avesse, con bel moccichino e gentile in mano. Per le quali cose messer lo prete ne 'nvaghì sì forte, che egli ne menava smanie, e tutto 'l dì andava aiato per poterla vedere; e quando, la domenica mattina la sentiva in chiesa, diceva un Kyrie e un Sanctus sforzandosi ben di mostrarsi un gran maestro di canto, che pareva uno asino che ragghiasse, dove, quando non la vi vedeva, si passava assai leggermente; ma pure sapeva sì fare che Bentivegna del Mazzo non se ne avvedeva, né ancora vicino che egli avesse. E per potere più avere la dimestichezza di monna Belcolore, a otta a otta la presentava, e quando le mandava un mazzuol d'agli freschi, che egli aveva i più belli della contrada in un suo orto che egli lavorava a sue mani, e quando un canestruccio di baccelli, e talora un mazzuolo di cipolle maligie o di scalogni; e, quando si vedeva tempo, guatatala un poco in cagnesco, per amorevolezza la rimorchiava, ed ella cotal salvatichetta, faccende vista di non avvedersene, andava pure oltre in contegno; per che messer lo prete non ne poteva venire a capo.


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