NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Come Bruno disse, così fecero. Calandrino, veggendo che il prete non lo lasciava pagare, si diede in sul bere, e benché non ne gli bisognasse troppo, pur si caricò bene; ed essendo già buona ora di notte quando dalla taverna si partì, senza volere altramenti cenare, se n'entrò in casa, e credendosi aver serrato l'uscio, il lasciò aperto e andassi al letto. Buffalmacco e Bruno se n'andarono a cenare col prete, e, come cenato ebbero, presi loro argomenti per entrare in casa Calandrino là onde Bruno aveva divisato, là chetamente n'andarono; ma, trovando aperto l'uscio entrarono dentro, e ispiccato il porco, via a casa del prete nel portarono, e, ripostolo, se n'andarono a dormire.
     Calandrino, essendogli il vino uscito del capo, si levò la mattina, e come scese giù, guardò e non vide il porco suo, e vide l'uscio aperto: per che, domandato questo e quell'altro se sapessero chi il porco s'avesse avuto, e non trovandolo, incominciò a fare il romore grande: oisé, dolente sé, che il porco gli era stato imbolato. Bruno e Buffalmacco levatisi, se n'andaronoo verso Calandrino per udir ciò che egli del porco dicesse; il qual, come gli vide, quasi piagnendo chiamatigli, disse: - Oimè, compagni miei, che il porco mio m'è stato imbolato!

     Bruno, accostatoglisi, pianamente gli disse: - Maraviglia, che se' stato savio una volta.
     - Oimè - disse Calandrino - ché io dico da dovero.
     - Così dì - diceva Bruno - grida forte, sì che paia ben che sia stato così.
     Calandrino gridava allora più forte e diceva: - Al corpo di Dio, che io dico da dovere che egli m'è stato imbolato.


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