NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     E duranti ancora le parole, sopravvenne uno il quale fece certo l'Angiulieri il Fortarrigo essere stato colui che i suoi denar gli aveva tolti, col mostrargli la quantità di quegli che egli aveva perduti. Per la qual cosa l'Angiulieri turbatissimo disse al Fortarrigo una grandissima villania, e se più d'altrui che di Dio temuto non avesse, gliele avrebbe fatta: e, minacciandolo di farlo impiccar per la gola o fargli dar bando delle forche di Siena, montò a cavallo.
     Il Fortarrigo, non come se l'Angiulieri a lui, ma ad un altro dicesse, diceva: - Deh! Angiulieri, in buona ora lasciamo stare ora costette parole che non montan cavelle; intendiamo a questo: noi il riavrem per trentacinque soldi, ricogliendol testé, ché, indugiandosi pure di qui a domane, non ne vorrà meno di trentotto come egli me ne prestò; e fammene questo piacere, perché io gli misi a suo senno. Deh! perché non ci miglioriam noi questi tre soldi?

     L'Angiulieri, udendol così parlare, si disperava, e massimamente veggendosi guatare a quegli che v'eran dintorno, li quali parea che credessono non che il Fortarrigo i denari dello Angiulieri avesse giucati, ma che l'Angiulieri ancora avesse dei suoi, e dicevagli: - Che ho io a fare di tuo farsetto, che appiccato sia tu per la gola? ché non solamente m'hai rubato e giucato il mio, ma sopra ciò hai impedita la mia andata, e anche ti fai beffe di me.
     Il Fortarrigo stava pur fermo come se a lui non dicesse, e diceva: - Deh, perché non mi vuo' tu migliorar que' tre soldi? non credi tu che io te li possa ancor servire? deh, fallo, se ti cal di me: per che hai tu questa fretta?. noi giugnerem bene ancora stasera a Torrenieri. Fa, truova la borsa: sappi che io potrei cercar tutta Siena e non ve ne troverre' uno che così mi stesse ben come questo: e a dire che io il lasciassi a costui per trentotto soldi! egli vale ancor quaranta o più, sì che tu mi piggiorresti in due modi.


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