NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Ora avvenne che due suoi cari compagni volsero andare in Alessandria con loro mercatanzie e con loro due navi, com'erano usati di fare ogni anno. Di che eglino il dissero a Giannetto s'egli volea dilettarsi d'andare con loro per vedere del mondo, e massimamente quel Damasco e quel paese di là. Rispose Giannetto: - In buona fé ch'io verrei molto volentieri, se 'l padre mio messere Ansaldo mi desse la parola. - Disser costoro: - Noi faremo si ch'e' te la darà, e ch'e' sarà contento. - E subito se n'andarono a messer Ansaldo, e dissero: - Noi vi vogliamo pregare che vi piaccia di dare la parola a Giannetto che ne venga in questa primavera con noi in Alessandria, e che gli forniate qualche legno o nave, acciò ch'egli vegga un poco del mondo. - Disse messer Ansaldo: - Io sono contento, se piace a lui. - Risposero costoro: - Messere, egli è contento. - Per che messer Ansaldo subito gli fe' fornire una bellissima nave, e fella caricare di molta mercatanzia, e guernire di bandiere e d'armi quanto fe' mestiere. E di poi ch'ella fu acconcia, messer Ansaldo comandò al padrone e agli altri ch'erano al servizio della nave, che facessero ciò che Giannetto comandasse loro, e che fosse loro raccomandato: - però ch'io non lo mando per guadagno ch'io voglia ch'e' faccia, ma perch'egli vada a suo diletto veggendo il mondo. - E quando Giannetto fu per muovere, tutta Vinegia trasse a vedere, perché di gran tempo non era uscita di Vinegia una nave tanto bella e tanto ben fornita quant'era quella. E ad ogni persona incresceva della sua partita. E così prese commiato da messere Ansaldo e da tutti i suoi compagni, ed entrarono in mare e alzarono le vele, e presero il cammino d'Alessandria nel nome di Dio e di buona ventura.


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