NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Ora essendo questi tre compagni in tre navi, e navicando più e più dì, avvenne che una mattina innanzi giorno il detto Giannetto guardò e vide in un gomito di mare un bellissimo porto, e domandò al padrone come si chiamava quel porto. Rispose il padrone: Messere, quel luogo è d'una gentildonna vedova, la quale ha fatto pericolare molti signori. - Disse Giannetto: - Come? - Rispose costui: - Messere, questa è una bella donna e vaga, e tiene questa legge, che chiunque v'arriva, convien che dorma con lei, e s'egli ha a far seco, convien ch'e' la tolga per moglie, ed è signore di tutto 'l paese. E s'egli non ha a fare con lei, perde tutto ciò ch'egli ha al mondo. - Pensò Giannetto fra sé un poco, e poi disse: - Trova ogni modo che tu vuoi, e pommi a quel porto. - Disse il padrone: - Messere, guardate ciò che dite, però che molti signori vi son iti, che ne sono rimasti diserti e morti. - Disse Giannetto: - Non t'impacciare in altro, fa quel ch'io ti dico. - E così fu fatto, che subito volsero la nave, e calaronsi in quel porto, che i compagni dell'altre navi non se ne furono accorti niente. Per che la mattina si sparse la novella come questa bellissima nave era giunta in porto: tal che tutta la gente trasse a vederla, e fu subito detto alla donna, si ch'ella mandò per Giannetto, il quale incontanente fu a lei, e con molta reverenza la salutò. Ed ella lo prese per mano, e domandòllo chi egli era e donde, e se e' sapeva l'usanza del paese. Rispose Giannetto che sì, e che non v'era ito per nessuna altra cosa. Ed ella disse: - E voi siate il ben venuto per le cento volte. - E così gli fece tutto quel giorno grandissimo onore, e fece invitare baroni e conti e cavalieri, ch'ella aveva sotto sé, perch'e' tenessero compagnia a costui., Piacque molto a tutti questi baroni la maniera di Giannetto, tanto era costumato e piacevole e parlante, sì che quasi ogniuno se ne innamorò; e tutto quel giorno si danzò e si cantò, e fecesi festa nella corte per amore di Giannetto: e ogniuno sarebbe stato contento d'averlo avuto per signore. Ora venendo la sera, la donna lo prese per mano, e menòllo in camera e disse: - E' mi pare ora d'andarsi a letto. - Rispose Giannetto: - Madonna, io sono a voi. - Ed essendo in camera vennero due damigelle, l'una con vino, e l'altra con confetti. Disse la donna: - Io so che voi avete colto sete, però bevete. - Giannetto prese de' confetti, e bevve di questo vino, il quale era lavorato da far dormire, ed egli noi sapeva, e bevvene una mezza tazza, perché gli parve buono: e subitamente si spogliò e andòssi a riposare. E come egli giunse nel letto, così fu addormentato. La donna si coricò allato a costui, che, mai non si risentì infino alla mattina, ch'era passata terza. Per che la donna quando fu giorno si levò, e fe' cominciare a sgombrare la nave, la quale trovò piena di molta ricca e buona mercatanzia. Ora essendo passata terza, le cameriere della donna andarono al letto a Giannetto, e fecerlo levare, e dissergli che s'andasse con Dio, però ch'egli aveva perduto la nave e ciò che v'era: di che e' si vergognò, e parvegli avere mal fatto. La donna gli fece dare un cavallo e danari per le spese, ed egli montò a cavallo tristo e doloroso, e vennesene verso Vinegia. E giunto a Vinegia, per vergogna non volse smontare a casa di messere Ansaldo, ma di nottetempo se n'andò a casa d'un suo compagno, il quale si maravigliò molto e disse: - Oimè! Giannetto, ch'è questo? - Ed egli rispose: - La nave mia percosse una notte in uno scoglio, e ruppesi e fracassòssi ogni cosa, e chi andò qua, e chi là; io m'attenni a un pezzo di legno, che mi gittò a proda, e così me ne sono venuto per terra infino a qui. - E così stette più giorni in casa di questo suo compagno, il quale andò un dì a visitare messere Ansaldo, e trovòllo molto maninconoso. Disse costui: - Che avete voi, che voi state così maninconoso? - Disse messere Ansaldo: - Io ho sì grande la paura che questo mio figliuolo non sia morto, o che 'l mare non gli faccia male, ch'io non trovo luogo e non ho bene quel dì ch'io noi veggo, tanto è il gr andissimo amore ch'io gli porto. - Disse questo giovane: - Io ve ne so dire novelle, ch'egli ha rotto in mare e perduto ogni cosa, salvo ch'egli è campato. - Disse messere Ansaldo: - Lodato sia Dio! pur ch'egli sia campato, io son contento; dell'avere ch'è perduto io non me ne curo. Ov'è? - Questo giovane rispose: - Egli è in casa mia. - E di subito messere Ansaldo si mosse, e volse andare a vederlo. E com'egli lo vide, subito corse ad abbracciarlo e disse: - Figliuol mio, non ti bisogna vergognar di me, ch'egli è usanza che delle navi rompano in mare; e però, figliuol mio, non ti sgomentare; pur che non t'hai fatto male, sì son contento. - E menòsselo a casa, sempre confortandolo. La novella si sparse per tutta Vinegia, e a ogniuno incresceva del danno che aveva ricevuto Giannetto. Ora avvenne ch'indi a poco tempo quei suoi compagni tornarono d'Alessandria, e tutti ricchi. E com'eglino giunsero, domandarono di Giannetto, e fu loro detta ogni cosa; per che subito corsero ad abbracciarlo, dicendo: - Come ti partisti tu, o dove andasti, che noi non potemmo mai sapere nulla di te, e tornammo indietro tutto quel giorno, né mai ti potemmo vedere, né sapere dove tu fossi ito? E n'abbiamo avuto tanto dolore, che per tutto questo cammino non ci siamo potuti rallegrare, credendo che tu fossi morto. - Rispose Giannetto: - E' si levò un vento in contrario in un gomito di mare, che menò la nave mia a piombo a ferire in uno scoglio ch'era presso a terra, che appena campai, e ogni cosa andò sottosopra. - E questa è la scusa che Giannetto diè per non iscoprire il difetto suo. E si fecero insieme la festa grande, ringraziando Iddio pur ch'egli era campato, dicendo: - A quest'altra primavera, con la grazia di Dio, guadagneremo ciò che tu hai perduto a questa volta, e però attendiamo a darci buon tempo sanza malinconia. E così attesero a darsi piacere e buon tempo, com'erano usati prima. Ma pure Giannetto non faceva se non pensare com'egli potesse tornare a quella donna, imaginando e dicendo: - Per certo e' conviene ch'io l'abbia per moglie, o io vi morrò - ; e quasi non si poteva rallegrare. Per che messere Ansaldo gli disse più volte: - Non ti dare malinconia, che noi abbiamo tanta roba, che noi ci possiamo stare molto bene. - Rispose Giannetto: - Signor mio, io non sarò mai contento, se io non rifò un'altra volta questa andata. - Onde veggendo pure messere Ansaldo la volontà sua, quando fu il tempo gli fornì un'altra nave di molta più mercatanzia che la prima, e di più valuta. E cominciòssi tanto tempo dinanzi, che, quando venne il tempo, la nave era fornita e acconcia; e quasi vi mise gran parte di ciò ch'egli aveva al mondo. I compagni, quando ebbero fornite le navi loro di ciò che faceva mestiero, entrarono in mare con Giannetto insieme, e fecer vela e andarono a lor viaggio.


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