Opere di letteratura italiana e straniera |
E navicando più e più giorni, Giannetto stava sempre attento di rivedere il porto di quella donna, il quale si chiamava il porto della donna del Belmonte. E giugnendo una notte alla foce di questo porto, il quale era in un gomito di mare, Giannetto l'ebbe subito conosciuto, e fe volgere le vele e 'l timone e calòvvisi dentro, tal che i compagni ch'erano nell'altre navi ancora non se n'accorsero. La donna levandosi la mattina, e guardando giù nel porto, vide sventolare le bandiere di questa nave, e subito l'ebbe conosciute, e chiamò una sua cameriera e disse: - Conosci tu quelle bandiere? - Disse la cameriera: - Madonna, ella pare la nave di quel giovane che ci arrivò ora fa uno anno, che ci mise cotanta dovizia con quella sua marcatanzia. - Disse la donna: - Per certo tu di' il vero; e veramente costui non è meno che gran fatto e debbe essere innamorato di me, però ch'io non ce ne vidi mai nessuno che ci tornasse più che una volta. - Disse la cameriera: - Io non vidi mai il più cortese né il più grazioso uomo di lui. - La donna mandò per lui donzelli e scudieri assai, i quali con molta festa se gli fecero incontro, ed egli con tutti fece allegrezza e festa; e così venne su nel castello e nel cospetto della donna. E quando ella lo vide, con grandissima festa e allegrezza l'abbracciò, ed egli con molta riverenza abbracciò lei. E così stettero tutto quel giorno in festa e in allegrezza, però che la donna fece convitare baroni e donne assai, i quali vennero alla corte a far festa per amore di Giannetto. E quasi a tutti i baroni n'incresceva, e volentieri l'avrebbono voluto per signore, per la sua tanta piacevolezza e cortesia; e quasi tutte le donne ne erano innamorate, veggendo con quanta misura e' guidava una danza, e sempre quel suo viso stava allegro, che ogniuno s'avvisava ch'e' fosse figliuolo di qualche gran signore. E vegnendo il tempo d'andare a dormire, questa donna prese per mano Giannetto e disse: - Andiànci a posare. - E andaronsene in camera, e fosti a sedere, ecco venire due damigelle con vini e con confetti; e quivi bevorono e confettarono, e poi s'andarono a letto: e com'egli fu nel letto, così fu addormentato. E la donna si spogliò e coricòssi allato a costui, e, brevemente, e' non si risentì in tutta notte. E quando venne la mattina, la donna si levò, e subito mandò a fare scaricare quella nave, Passato poi terza, e Giannetto si risentì, e cercò per la donna e non la trovò; alzò il capo e vide ch'egli era alta mattina, levòssi e cominciassi a vergognare. E così gli fu donato un cavallo e danari per ispendere, e dettogli: - Tira via. - Ed egli con vergogna subito si parti tristo e maninconoso. E infra molte giornate non ristette mai che giunse a Vinegia, e di nottetempo se n'andò a casa dì questo suo compagno. Il quale quando lo vide, si diè maggior maraviglia del mondo, dicendo: - Oimè! ch'è questo? - Rispose Giannetto: - E' male per me; che maladetta sia la fortuna mia, che mai ci arrivai in questo paese! - Disse questo suo compagno: - Per certo tu la puoi ben maladire, però che tu hai diserto questo messere Ansaldo, il quale era il maggiore e 'l più ricco mercatante che fosse tra' Cristiani; e peggio è la vergogna che 'l danno. - E così stette nascosto più di in casa di questo suo compagno, e non sapeva che si fare né si dire, e quasi si voleva tornare a Firenze sanza far motto a messere Ansaldo: e poi si deliberò pure d'andare a lui, e così fece. Quando messere Ansaldo lo vide, si levò ritto, e corse ad abbracciarlo e disse: - Ben venga il figliuol mio - ; e Giannetto lagrimando abbracciò lui. Disse messere Ansaldo, quando ebbe inteso tutto: - Sai com'è, Giannetto? non ti dare punto di malinconia, pur ch'io t'ho riavuto, si son contento. Ancora c'è rimaso tanto che noi ci potremo stare pianamente. Egli è usanza del mare ad altri dare, ad altri togliere. - La novella andò per tutto Vinegia di questo fatto, e ogniuno diceva di messere Ansaldo, e gravemente gl'incresceva del danno ch'egli aveva avuto. E convenne che messere Ansaldo vendesse di molte possessioni per pagare i cr
editori che gli avevano dato la roba. Avvenne che questi due suoi compagni tornarono d'Alessandria molto ricchi; e giunti in Vinegia, fu lor detto come Giannetto era tornato e come egli aveva rotto e perduto ogni cosa. Di che essi si maravigliarono,dicendo: - Questo è il maggior fatto che si vedesse mai. - E andarono a messere Ansaldo e a Giannetto, e facendogli gran festa, dissero: - Messere, non vi sgomentate, che noi intendiamo d'andare questo altro anno a guadagnare per voi; però che noi siamo stati cagione quasi di questa vostra perdita, però che noi fummo quelli che inducemmo Giannetto a venire con noi da prima; e però non temete, che mentre noi abbiamo della roba, fatene come della vostra. - Messere Ansaldo li ringraziò, e disse che aveva ancora tanto che bene potevano starsi.
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