Opere di letteratura italiana e straniera |
Ora avvenne che stando sera e mattina Giannetto sopra questo pensiero, e' non si poteva rallegrare. E messere Ansaldo lo domandò quello ch'egli aveva, ed egli rispose: - Io non sarò mai contento, s'io non racquisto quello ch'io ho perduto. - Disse messere Ansaldo: - Figliuol mio, io non voglio che tu vi vada più, però che egli è il meglio che noi ci stiamo pianamente con questo poco che noi abbiamo, che tu lo metta più a partito. - Rispose Giannetto: - Io son fermo. di fare tutto quel ch'io posso, perch'io mi riputerei in grandissima vergogna s'io stessi a questo modo. - Per che veggendo messere Ansaldo la volontà sua, si dispose a vendere ciò ch'egli aveva al mondo, e fornire a costui un'altra nave. E così fe' che vendé, tal che non gli rimase niente, e fornì una bellissima nave di mercatanzia. E perché gli mancavano diecimila fiorini, andò a un Giudeo a Mestri, e accattòlli con questi patti e condizioni: che s'egli non gliel'avesse renduti dal detto dì a San Giovanni di giugno prossimo, che 'l detto Giudeo gli potesse levare una libra di carne d'addosso di qualunque luogo e' volesse. E così fu contento messere Ansaldo: e 'l Giudeo di questo fece trarre carta autentica con testimoni, e con quelle cautele e solennità che intorno a ciò bisognavano; e poi gli annoverò dieci mila fiorini d'oro. Messere Ansaldo ne fornì di que' danari ciò che mancava alla nave; e se l'altre due furono belle, la terza nave fu molto più ricca e me' fornito. E così i compagni ne fornirono due, con animo che ciò ch'eglino guadagnasseno fosse di Giannetto. E quando fu il tempo d'andare ed essendo per muovere, messere Ansaldo disse a Giannetto: - Figliuol mio, tu vai, e vedi nell'obbligo ch'io rimango; d'una grazia ti prego, che se pure tu arrivassi male, che ti piaccia venirmi a vedere, si ch'io possa vedere te innanzi ch'io moia, e andrònne contento. - Giannetto gliel promise, e messere Ansaldo gli dié la sua benedizione. E così presero commiato e andarono a loro viaggio.
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