NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Avevano questi due compagni sempre cura alla nave di Giannetto, e Giannetto andava sempre avvisato e attento di calarsi in questo porto di Belmonte. Per ch'e' fe' tanto con uno de' suoi nocchieri, che una notte e' condusse la nave nel porto di questa gentildonna. La mattina rischiarato il giorno, i compagni ch'erano nell'altre due navi ponendosi mente dintorno, e non veggendo in nessun luogo la nave di Giannetto, dissero fra loro: - Per certo questa è la mala ventura per costui. - E presero per partito di seguire il cammino loro, facendosi la maggior maraviglia di ciò del mondo. Ora essendo questa nave giunta in porto, tutta quella città trasse a' vedere, sentendo che Giannetto era rivenuto e maravigliandosi di ciò molto, e dicendo: - Costui dee essere figliuolo di qualche grand'uomo, considerato ch'egli ci viene ogni anno con tanta mercatanzia e con si be' navigli, che volesse Iddio ch'egli fosse nostro signore. - E così fu visitato da tutti i cittadini e da' baroni e cavalieri di quella terra: e fu detto alla donna come Giannetto era tornato in porto. Per che'.ella si fece alle finestre del palazzo, e vide questa bellissima nave, e conobbe le bandiere, e di ciò si fece ella il segno della santa croce, dicendo: - Per certo che questi è qualche gran fatto, ed è quell'uomo che ha messo dovizia in questo paese - ; e mandò per lui. Giannetto andò a, lei, e con molte abbracciate si salutarono e fecersi riverenza. E quivi s'attese tutto quel giorno a fare allegrezza e festa; e fessi per amor di Giannetto una bella giostra, e molti baroni e cavalieri' giostrarono quel giorno, e Giannetto volle giostrare anch'egli, e fece il dì miracoli di sua persona, tanto stava bene nell'armi e a cavallo: e tanto piacque la maniera sua a tutti i baroni, che ogniuno lo desiderava per signore.


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