Opere di letteratura italiana e straniera |
Ora avvenne che giugnendo in Avignone, smontarono a uno albergo, ch'era presso a una livrea di questo cardinale. E la sera disse il frate al prete: - Fate che voi diciate che siete mio cugino, e che voi siete venuto in mia compagnia, e poi lasciate fare a me. - E così fu fatto. Il frate mandò in casa del cardinale per un suo cameriere, ch'avea nome Rubinetto; e poi che 'l cameriere fu giunto, ed ebbe conosciuto il frate, fecersi gran festa. E subito il cameriere corse al cardinale, e disse: - Monsignore, e' ci è venuta la Petruccia. - Di che il cardinale molto si rallegrò, e disse: - Fa che quando io torno da Corte, ella sia qui, e non falli. - Il cameriere le portò i panni suoi feminili, e 'l prete aiutò a vestire que' panni, che tanto giulivamente le stavano bene. Che se il prete n'era innamorato prima nell'abito fratesco, cento volte ne fu più nell'abito feminile. E con molte lacrime s'abbracciarono cento volte quella sera. E poi quando fu il tempo, il cameriere venne per lei, e menòlla nella camera del cardinale. Il quale, come fu tornato, domandò il cameriere se la Petruccia era venuta, ed esso rispose che sì. Di che subito corse in camera, e abbracciòlla cento volte. E quivi ella gli disse tutto il fatto, come il fratello la menò via per forza, e poi gli disse: - Io ho menato meco un mio cugino prete per più sicurtà di me, il quale non m'ha mai abbandonata per vostro amore, e gli è stata grandissima fatica avermi condotta qui a voi. - ll cardinale mandò la mattina per lo prete, e ringraziòllo, e fecegli segnare tutte le supplicazioni sue, e fegli quelle grazie ch'e' seppe domandare, e donògli la roba sua, e fecegli grandissimo onore mentre ch'egli stette in Avignone. Ed era tanto l'amore che la Petruccia portava al prete, che sera e mattina lo raccomandava al cardinale; ed egli gli pose tanto amore, che il detto prete era degli più innanzi che fossero nella Corte sua.
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