NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     IL MAESTRO D' AMORE GABBATO
     Bucciolo e Pietro Paolo vanno a studiare a Bologna. Bucciolo licenziato in legge vuoi tornarsene a Roma senza l'altro, ma poi si determina d'aspettarlo. Intanto domanda il maestro che gl'insegni che modo si tiene d'innamorarsi. Profitto ch'egli ne fece a danno del maestro.

     E
     GLI ebbe in Roma in casa i Savelli due compagni e consorti, l'uno de' quali aveva nome Bucciolo e l'altro Pietro Paolo; ben nati e assai ricchi dell'avere del mondo. Per ch'eglino si posero in cuore d'andare a studiare a Bologna: e l'uno volle apparare legge, e l'altro decreto. E così presero per partito e acconciarono i fatti loro e fornironsi di ciò che bisognava loro, e presero commiato da' parenti loro, e vennero a Bologna. E ordinatamente l'uno udì legge, e l'altro decreto, e così studiarono per ispazio di più tempo. Or, come voi sapete, il decreto è di minor volume che non è la legge, però Bucciolo, che udiva decreto, apparò più tosto, che non fe' Pietro Paolo. Per che, essendo licenziato e' prese per partito volersi tornare a Roma, e disse a Pietro Paolo: - Fratel mio, poi ch'io son licenziato, io sono fermo di volermi tornare a casa. - Rispose Pietro Paolo: - Io ti priego che tu non mi lasci qui, ma piacciati d'aspettarmi questo verno, e poi a primavera noi ce n anderemo insieme. E tu in questo mezzo potrai apparare qualche altra scienza, e non perderai tempo. - Di che Bucciolo fu contento, e promisegli d'aspettarlo.

     Ora avvenne che Bucciolo, per non perder tempo, se n'andò al maestro suo e disse: - Io mi son diliberato d'aspettare questo mio compagno e parente, e però voglio che vi piaccia d'insegnarmi qualche bella scienza in questo tempo. - Rispose il maestro ch'era contento, e però gli disse: - Eleggi quale scienza tu vuoi, e io te la insegnerò volentieri. - E Bucciolo si pensò e disse: - Maestro mio, io vorrei apparare come s'innamora e che modi e' si tiene. - Rispose il maestro quasi ridendo: - Questo mi piace; e non potresti aver trovato scienza di che io fossi più contento che di questa. E però vattene domenica mattina alla chiesa de' frati minori, quando vi saranno ragunate tutte le donne, e porrai mente se ve n'ha nessuna che ti piaccia, e quando l'avrai trovata, seguila infino che tu vegga dove ella sta, e poi torna da me. E questa sia la prima parte ch'io voglio che tu appari. - Partissi Bucciolo, e la domenica mattina vegnente se ne andò al luogo de' frati, come il maestro gli aveva detto, e dando d'occhio tra quelle donne, che ve n'erano assai, videne una fra l'altre che molto gli piacque, perché ella era assai bella e vaga. Per che partendosi la donna dalla chiesa, Bucciolo le tenne dietro, e vide e apparò la casa dov'ella stava. Onde la donna s'avvide che questo scolare s'era incominciato a innamorare di lei. Di che Bucciolo ritornò al maestro e disse: - Io ho fatto ciò che voi mi diceste, e honne veduta una che molto mi piace. - Per che il maestro di questo pigliava grandissimo diletto, e quasi uccellava Bucciolo, veggendo la scienza ch'egli voleva apparare, e nondimeno gli disse: - Fa che tu vi passi ogni dì due o tre volte onestamente, e abbi sempre gli occhi con teco, e guarda che tu non sia veduto guardare a lei, ma pigliane con gli occhi quel piacere che tu puoi, sì ch'ella s'avvegga che tu le voglia bene; e poi torna da me. E questa sia la seconda parte. - Bucciolo si partì dal maestro, è cominciò saviamente a passare da casa la donna, sì che la donna s'avvide certamente ch'e' vi passava per lei. Ond'ella cominciò a guardar lui, tal che Bucciolo la cominciò a inchinare saviamente, ed ella lui più e più volte, da che Bucciolo s'avvide che la donna l'amava. E ritornò al maestro e disseli com'egli s'era avveduto chiaramente che la donna l'amava e tutti gl'inchini ch'erano stati tra lui e lei; e il maestro gli rispose e disse: - Questo mi piace e son contento, e hai saputo ben fare infino a qui; or conviene che tu trovi modo di farle parlare a una di queste che vanno vendendo per Bologna veli e borse e altre cose. E mandale a dire come tu se' suo servidore e che non è persona al mondo a cui tu voglia meglio che a lei, e che tu faresti volentieri cosa che le piacesse, e udirai com'ella ti dirà. E poi, secondo ch'ella ti manda rispondendo, torna da me e dimmelo, e io ti dirò quello avrai a seguire.


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