NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 271
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     Giunto il barone chiamato dal re, lo re gli disse: - Va', dà la cotal mia vesta a costui, e pagalo della verità, ch'io l'ho ben pagato della bugia io.
     Il barone va subito, e recò a Parcittadino una roba reale delle più adorne che lo re avesse, con tanti bottoni di perle e pietre preziose, che, sanza le pugna e' calci ch'egli ebbe, valea fiorini trecento o più. E continuo sospettando Parcittadino che quella roba non fosse serpe o badalischio che 'l mordesse, a tentone la ricevette. Dappoi rassicuratosi, e messasela indosso, e dinanzi allo re si appresentò, dicendo: - Santa corona, qualora voi mi volete pagare a questo modo delle mie bugie, io dirò rade volte il vero; - e conobbe lo re per quello che avea udito, e lo re ebbe più diletto di lui.

     Dappoi, stato quello che gli piacque, prese commiato, e dal re si partì, tenendo la via per la Lombardia; dove andò ricercando tutti li signori, raccontando questa novella, la quale gli valse più di altri fiorini trecento, e tornossi in Toscana, e andò a rivedere con quella roba gli suoi parenti vagliatori da Linari, tutti polverosi di vagliatura e poveri; li quali maravigliandosi, Parcittadino disse loro: - Tra molte pugna e calci fui in terra, poi ebbi questa roba in Inghilterra.
     E fece bene a assai di loro; poi si partì, e andò a procacciare sua ventura.
     Questa fu così bella cosa a uno re, come potesse avvenire. E quanti ne sono, che, essendo lodati come questo re, non avessino gonfiato le gote di superbia? Ed elli sappiendo che quelle lode meritava, volle dimostrare che non era vero, usando nella fine tanta discrezione. Assai ignoranti, essendo lodati nel loro aspetto da piasentieri se la crederanno; costui, essendo valoroso, volle dimostrare il contrario.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]