(Novella III)
MESSER BERNABÒ E IL MUGNAIO
Messer Bernabò signore di Melano comanda a uno abate che lo chiarisca di quattro cose impossibili; di che uno mugnaio, vestitosi de' panni dello abate, per lui le chiarisce in forma che rimane abate, e l'abate rimane mugnaio.
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ESSER Bernabò signor di Melano, essendo trafitto da un mugnaio con belle ragioni, gli fece dono di grandissimo benefizio.
Questo signore ne' suoi tempi fu ridottato da più che altro signore; e comeché fusse crudele, pure nelle sue crudeltà avea gran parte di justizia. Fra molti de' casi che gli avvennono, fu questo, che uno ricco abate, avendo commesso alcuna cosa di negligenza di non avere ben notricato due cani alani, che erano divenuti stizzosi, ed erano del detto signore, li disse che pagasse fiorini quattromila. Di che l'abate cominciò a domandare misericordia.
E 'l detto signore, veggendoli addomandare misericordia, gli disse: - Se tu mi fai chiaro di quattro cose, io ti perdonerò in tutto; e le cose son queste: che io voglio che tu mi dica: quanto ha di qui al cielo: quant'acqua è in mare: quello che si fa in inferno; e quello che la mia persona vale.
Lo abate, ciò udendo, cominciò a sospirare, e parveli essere a peggior partito che prima; ma pur, per cessar furore e avanzar tempo, disse, che li piacesse darli termine a rispondere a sì alte cose. E 'l signor gli diede termine tutto il dì seguente; e come vago d'udire il fine di tanto fatto, gli fece dare sicurtà dei tornare.
L'abate, pensoso, con gran malenconia tornò alla badìa, soffiando come un cavallo quando aombra; e giunto là, scontrò un suo mugnaio, il quale, veggendolo così afflitto, disse: - Signor mio, che avete voi che voi soffiate così forte?
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