NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Rispose l'abate: - Io ho ben di che, ché 'l signore è per darmi la mala ventura, se io non lo fo chiaro di quattro cose, che Salamone né Aristotile non lo potrebbe fare.
     Il mugnaio dice: - E che 'cose son queste?
     L'abate gli lo disse.
     Allora il mugnaio, pensando dice all'abate: - Io vi caverò di questa fatica, se voi volete.
     Dice l'abate: - Dio il volesse.
     Dice il mugnaio: - Io credo che 'l vorrà Dio e santi.
     L'abate, che non sapea dov'e' si fosse, disse: - Se tu il fai, togli da me ciò che tu vuogli, ché niuna cosa mi domanderai, che possibil mi sia, che io non ti dia.
     Disse il mugnaio: - Io lascerò questo nella vostra discrizione.
     - O che modo terrai? - disse l'abate.
     Allora rispose il mugnaio: - Io mi voglio vestir la tonica e la cappa vostra, e raderommi la barba, e domattina ben per tempo anderò dinanzi a lui, dicendo che io sia l'abate; e le quattro cose terminerò in forma, ch'io credo farlo contento.

     All'abate parve mill'anni di sustituire il mugnaio in suo luogo; e così fu fatto.
     Fatto il mugnaio abate, la mattina di buon ora si mise in cammino; e giunto alla porta, là dove entro il signor dimorava, picchiò, dicendo che tale abate voleva rispondere al signore sopra certe cose, che gli avea imposte. Lo signore, volontoroso d'udir quello che lo abate dovea dire, e maravigliandosi come sì presto tornasse, lo fece a sé chiamare: e, giunto dinanzi da lui un poco al barlume, faccendo reverenza, occupando spesso il viso con la mano per non esser conosciuto, fu domandato dal signore se avea recato risposta delle quattro cose che l'avea addomandato.


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