NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     E molte volte interviene che son molti, che con certe maliziose loro arti stanno sempre avvisati d'ingannare e di tirare l'altrui a loro, ed hanno tanto l'animo a quello, che non credono che alcun altro possa loro ingannare, e non vi pongono cura. Se facessero la ragione del compagno, il quale molte volte non, è cieco, non interverrebbe loro quello che intervenne a costoro; porocché spesse volte l'ingannatore rimane a piede dell'ingannato.
     (Novella XVIII)



     SER TINACCIO PRETE DI CASTELLO
     Ser Tinaccio prete da Castello mette a dormire con una sua figliuola un giovane, credendo sia femmina, e 'l bel trastullo che n'avviene.

     P
     IÙ nuova e più archimiata mostra fece colui che si mostrò in questa novella essere femmina, ed era uomo.
     Venendo alla novella, nel mio tempo fu prete uno d'una chiesa a Castello, contado di Firenze, uno che ebbe nome ser Tinaccio, il quale essendo già vecchio, avea tenuto ne' passati tempi, o per amica o per nimica, una bella giovane dal Borgo Ognissanti, ed avea avuto di lei una fanciulla, la quale nel detto tempo era bellissima e da marito: e la fama era per tutto, che la nipote del prete era una bella cosa.

     Stava non troppo di lungi a questa uno giovane, del cui nome e famiglia voglio tacere, il quale, avendo più volte veduta questa fanciulla, ed essendone innamorato, pensò una sottil malizia per essere con lei; e venneli fatto. Una sera di tempo piovoso, essendo ben tardi, costui si vestì come una forese, e soggolato che s'ebbe, si mise paglia e panni in seno, facendo vista d'essere pregna, e d'avere il corpo a gola; ed andossene alla chiesa per addomandare la confessione, come fanno le donne quando sono presso al partorire. Giunta che fu alla chiesa, era presso a un'ora di notte; picchiò la porta, e venendo il cherico ad aprire, domandò del prete. Il cherico disse: - Elli portò poc'ora fa la comunione a uno, e tornerà tosto.


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