NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Dice il marito: - Donna mia, che è quel che tu di'? Oh non pensi tu quello che ci varrà, e l'onore e l'utile? se questo mio figliuolo serà giudico, potrà poi essere dottorio conventinato, che ne saremo saltati in perpetuo seculo.
     Dice la donna: - Io non so che secolo; io mi credo, che tu se' ingannato, e che costui, a cui tu mandi ciò che puoi fare e dire, sia un corpo morto, e consumiti per lui.
     E in questa maniera la donna s'avea si recato in costume di dire e questo corpo morto, che, come il marito mandava o danari o altro, così costei era alle mani, dicendo al marito: - Manda, manda, consumati bene, per dar ciò che tu hai a questo tuo corpo morto.
     Continuando questa cosa in si fatta maniera, agli orecchi del giovane che studiava in Bologna pervenne, come la matrigna il chiamava, in questa contesa che facea col marito, "corpo morto". Il giovane lo tenne a mente; ed essendo stato alquanti anni a Bologna e bene innanzi nella legge civile, venne a Pietrasanta a vedere il padre e l'altra famiglia. E 'l padre, veggendolo, ed essendo più lieto che lungo, fece tirare il collo a un cappone, e disse, lo facesse arrosto, e invitò il prete loro parrocchiano a cena.

     Venendo l'ora, e postisi a tavola, in capo il prete, allato a lui il padre, poi la matrigna seguentemente le due fanciulle, ch'erano da marito; il giovane studente si pose a sedere di fuori su uno deschetto. Venuto il cappone in tavola, la matrigna, che guatava il figliastro in cagnesco, a ceffo torto, comincia a pispigliare pianamente al marito, dicendo: - Ché non gli di' tu, che tagli questo cappone per gramatica, e vedrai s'egli ha apparato nulla?


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