E faccendo così tutti e tre insieme, dice questo cieco: - Di grazia lasciamo andare gli anni passati; vogliam noi fare una compagnia tutti e tre, e ciò che noi guadagnamo, sia a comune; e quando andremo fuori tutti tre, noi andremo insieme, pigliandoci l'uno con l'altro: se bene bisognerà chi ci meni, il piglieremo.
Tutti s'accordarono, e alla mensa s 'impalmarono, e giurarono insieme. E fatta questa loro compagnia alquanto in Firenze, uno che gli avea uditi fermare questo loro traffico, trovandogli uno mercoledì alla porta di Santo Lorenzo, dà all'uno di loro un quattrino, e dice: - Togliete questo grosso tra tutti tre voi; - e continuando, dove costoro si fermavano insieme a certe feste, costui facea sempre limosina d'uno quattrino, dicendo: - Togliete questo grosso tra tutti e tre.
Dice colui che lo riceve, alcuna volta: - Gnaffe, e' c'è dato un grosso, che a me par piccolo com'un quattrino.
Dicono gli altri: - Dove è? Oh, non ci cominciare già a volere ingannare!
Questi rispose: - Che inganno vi poss'io fare? quello che mi fia dato, io metterò nella tasca, e così fate voi.
Disse Lazzero: - Fratelli, la lealtà è bella cosa.
E così si rimase; e ciascuno ragunava, e deliberarono tra loro ogni capo d'otto dì mescolare il guadagno, e partirlo per terzo.
Avvenne, che ivi a tre dì che questo fu, era mezzo agosto; di che si disposono, come è la loro usanza, d'andare alla festa della nostra Donna a Pisa; e movendosi ciascuno con un suo cane a mano, ammaestrato (come fanno) con la scodella, si misono in cammino, cantando la intemerata per ogni borgo; e giunsono a Santa Gonda un sabato, che era il dì di vedere la ragione e partire la moneta; e a uno oste, dove albergarono, chiesono una camera per tutti e tre loro, per fare li fatti loro quella flotte; e così l'oste la diede loro. Entrati questi ciechi con li cani, e co' guinzagli a mano, quando fu il tempo d'andare a dormire nella detta camera, disse uno di loro che avea nome Salvadore: - A che ora vogliam noi fare la nostra faccenda?
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