NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Dice il prete: - Se Dio mi dia bene, che cotesta ragione molto mi s'accosta, ma le cose provate sono più certificate; - e, voltosi a Tafo, dice: - Voi non avete sì grande il bisogno di guadagnare, che se quello che dice Bonamico fosse, che voi non possiate fare di non dipignere la notte: provate parecchi notti, e io dormirò con voi, di non vegliare e di non dipignere, e veggiamo come il fatto va.
     Questo fu messo in sodo che più notti vi dormì il prete, ch'e scarafaggi non si mostrorono. Di che tennono per fermo, la ragione di Bonamico essere chiara e vera; e Tafo fece bene quindici notti senza chiamare Bonamico per vegliare. Essendo rassicurato Tafo, e costretto dal proprio utile, cominciò una notte di chiamare Bonamico, perché avea di bisogno di compire una tavola allo abate di Bonsollazzo. Come Bonamico vide ricominciare il giuoco, prese di nuovo de' scarafaggi, e la seguente notte gli mise a campo per la camera su l'ora usata. Veggendo questo Tafo, cacciasi sotto, dolendesi fra sé stesso, dicendo: - Or va', veglia, Tafo, or non ci è il prete; Vergine Maria, atàtemi: - e molte altre cose, morendo di paura, insino che 'l giorno venne.

     E levatosi egli e Bonamico, dicendo Tafo come li demoni erano rappariti, e Bonamico rispose: - Questo si vede chiaro ch'egli è quelle che io dissi, quando il prete ci era.
     Disse Tafo: - Andiamo insino al prete.
     Andati a lui, gli dissono ciò che era seguito. Di che il prete affermò, essere la cagione di Bonamico vera, e per verissima la notificò al populo, in tal maniera che, non che Tafo, ma gli altri dipintori non osarono gran tempo levarsi a vegliare. E così si divolgò la cosa che altro non si dicea; essendo tenuto Bonamico che, come uomo di santa vita, avesse veduto, o per ispirazione divina o per revelazione, la cagione di que' demoni essere apparita in quella casa; e da questa ora innanzi da molte più fu tenuto, e di discepolo con questa fama diventò maestro. Partendosi da Tafo, non dopo molti dì fece bottega in suo capo, avvisandosi d'essere libero e potere a suo senno dormire; e Tafo rimase per quelli anni che visse, trovandosi un'altra casa, là dove tutti i dì della vita sua si botò di non fare dipignere la notte, per non venire alle mani degli scarafaggi.


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