NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Così interviene spesse volte che, volendo il maestro guardar pure al suo utile, non curandosi del disagio del discepolo, il discepolo si sforza con ogni ingegno di mantenersi nelle dotte che la natura ha bisogno; e quando non puote altrimenti, s'ingegna con nuova arte d'ingannare il maestro, come fece questo Bonamico, il quale dormì buon tempo poi quanto li piacque; infine a tanto che un'altra volta una che filava a filatoio, li ruppe più volte il sonno, come nella seguente novella si racconterà.
     (Novella CXCI)



     BONAMICO E LA FILATRICE
     Bonamico detto, con nuova arte, fa sì che una che fila a filatoio, non lasciandolo dormire, non fila più; ed egli dorme quanto vuole.

     E
     SSENDO Bonamico, del quale di sopra è detto, maestro in sue capo e vago di dormire e di vegliare secondo il tempo, perocché gli convenìa esercitare l'arte altramente quando era sopra sé che quando era sotto altrui come discepolo; avendo una sua casa, e avendo per vicino a muro mattone in mezzo uno lavoratore di lana un poco asgiato, il quale avea nome o era chiamato Capodoca, assai nuovo squasimodèo (ed era costui quello che nella bottega d'Andrea di Veri gli fece già di nuovi trastulli), avea costui una sua moglie, la quale ogni notte di verno si levava in sul mattutino a vegliare e filare lo stame a filatoio presso alletto di Bonamico, non essendovi altro in mezzo che 'l muro di mattone soprammattone, come detto è. E Bonamico vegliava da dopo cena infino a mattutino, sì che a mattutino andava a dormire, e 'l pennello si riposava quando il filatoio cominciava. Essendo il focolare, dove costei cocea, al lato al detto muro, pensò Bonamico una nuova astuzia; perocché, avendo considerato che questa buona donna, quando cocea, mettea la pentola rasente a quel muro, fece un foro con un succhio in quel muro, rasente a quella pentola, e poi lo turava con un pezzuolo di mattone in ferma che la donna non s'accorgesse. E quando pensava o vedea che la donna mettesse a fuoco, avea uno soffionetto di canna assai sottile, ed in quello mettendo sale, quando sentìa non esservi la donna, mettendolo per lo foro all'orlo della pentola, vi soffiava entro per forma che nella pentola metteva quanto sale volea.


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