NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     E così non è sì malizioso uomo né si nuovo che non se ne truovi uno più nuove di lui. Questo Capodoca fu nuovo quante alcun suo pari; e fu sì nuovo che nelle botteghe, dove lavorò d'arte di lana, e spezialmente in quella de' Rondinelli, fece di nuove e di strane cose, come già furono raccontate per Agnolo di ser Gherardo, ancora più nuovo di lui. E questo Bonamico fu ancora via più nuovo, e la pruova della presente novella il manifesta.
     E così interviene spesso di tutte le cose e massimamente sopra così fatti uomeni che truovano spesse di quelle derrate che danno altrui. E sono questi così fatti uomeni sì ciechi di loro che non credono che piacevolezza sia, se non quella che ciascuno in sé e in altrui adopera. Se io scrittore dico il vero, guardisi l'esempio: come a uno di questi tali, o a giullari o a uomeni di corte (che sono quasi simili), apparisce uno che 'con una cosa che faccia, o con un motto gli morda, o mostri me' di loro, subito pèrdono che paiono morti. Non è altro a dire, se non che si fidano tanto in loro detti e malizie e trastulli, solo perché pensano, nessuno sapere né fare né dire com'eglino. Ed eglino così rimangono spesso ingannati, come tutto dì si vede; ed hanno spesse volte tal derrate che si rimangono con le beffe e col danno, come fece questo Capodoca e molti altri già stati, come tutto dì si truova nelle cose moderne, e per iscritture de' passati tempi.

     (Novella CXCII)



     L' ORSA CAMPANAIA
     Certi gioveni di notte legano i piedi d'un'orsa alla fune delle campane di una chiesa, la qual tirando, le campane suonano, e la gente trae, credendo sia fuoco.


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