NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     In questo il prete ha mandato il cherico con una candela benedetta accesa, per paura che non fosse la mala cosa, a sapere chi suona. Il cherico ne va là con un passo innanzi e due a drieto, e co' capelli tutti arricciati per la paura; e accostandosi al fatto, si fa il segno della santa croce; e credendo che sia il demonio, il volgersi e 'l fuggire e 'l gridare: in manus tuas, Domine, etc. è tutt'uno. Giugnendo con questo romore al prete, che non sapea dove si fosse, dice: - Oimè, padre mio, ché 'l diavolo è nella chiesa, e suona quelle campane!
     Dice il prete: - Come, il diavolo? truova dell'acqua benedetta.
     Truova e ritruova, non ebbe ardire d'entrare nella chiesa, ma d'un buon galoppo per la porta del chiostro se n'uscì fuori, e 'l cherico drietoli. E giugnendo, molta gente trovò che cominciava a chiamare il prete, dicendo: - Dov'è il fuoco?

     E giungendo fuori, essendo domandato: - Dov'è questo fuoco, prete? - appena potea rispondere, perché avea il battito della morte. Pur con una boce affinita e affiocata, dice: - Io non so di fuoco alcuna cosa, né chi suona queste campane. Costui v'è ito - (e dice del cherico) - e sapere chi le suona: par che dica che gli pare la mala cosa.
     - Come, la mala cosa? - rispondono molti. - Reca qua i lumi; abbiam noi paura di mali visi? chi ha paura si fugga.
     E avviandosi in là così al barlume, e veggendo la bestia, non scorgendo bene quello che si fosse, la maggior parte si tornano indietro, gridando:
     - Alle guagnèle, ch'e' dice il vero!
     Altri più sicuri s'accostano, e veggendo quello ch'è, gridano: - Venite qua, brigata, ch'ell'è un'orsa.


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