NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Faninello era uso di stare gran parte della notte al mulino, e se mai vi stette tutta la notte, questa fu dessa; perocché dal mulino si messe, e altrove stette tanto che tutta la consumò. Perocché monna Vanna sua moglie era andata pigliare la possessione e 'l letto di monna Collagia, e là aspettava il suo Farinello in iscambio di quella cui elli tanto avea bramato.
     Quando Farinello, avendo la ventura ritta, gli parve tempo di dare le mosse alla giumenta, dall'uno lato col suo sacco di grano su le reni, e con l'altre l'amico' suo Chiodio, si miseno in cammino, e giunti all'uscio della donna, lo trovarono succhiuso. Pinto che l'ebbene, intrareno dentro, e scaricarono le sacca. Scaricate che l'ebbeno, dice Farinello a Chiodio: - Non t'incresca d'aspettarmi un pezzo; ché, se m'aspetti, a te anco potrà giovare.

     Chiodio udendo questo, dice: - Amico mio, va' e sta' quanto tu vogli, ché io non mi partirò infino a tanto che tu tornerai.
     Rimaso costui, Farinello ne va verso la camera, dove era data la posta, e dove donna Vanna per iscambio di donna Collagia l'aspettava. E giunto al letto, al barlume, si coricò allato a lei senza favellare o l'uno e l'altro, per non essere sentiti; gittando gran sospiri, accennando pur la donna che non si parlasse, mostrando ch'e vicini tessono da lato: e ciò facea, perché Farinello non la conoscesse. E Farinello di ciò la contentò, accostandosi a lei, e usufruttando con quel pensiero con che s'era mosso, ma non quello che credea; e per non grande spazio ricolse la decima quattro volte, e nell'ultimo si levò, dicendo: - Io vo a orinare, e torno subito.


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