NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Così avviene spesso a chi ha a fare con femmine, perocché in così fatti casi di simili astuzie trapassano gli uomini; e ancora pare che Amore porga a loro di nuovi ingegni e malizie. Questa donna Vanna con questa sottigliezza fece una degna opera; ché, volendole il marito mancare di lavorìo alla sua possessione, trovò modo che la lavorò meglio che mai li fosse lavorata. E 'l tristo del marito non gli bastava che donna Collagia se gli avesse dato l'amor suo, pigliarlo in grandissima grazia: sì la volle vituperare col compagno, e 'l vituperato rimase elli. E mai non trovai che Amore desse ad alcuno un sì degno "ben gli sta" come qui diede a Farinello. Madonna Vanna, adoperando bene, ebbe il contrario, perocché non meritava che Chiodio giacesse con lei; ma pur seguì una cosa molto disusata, che mai monna Vanna non seppe che quelle sette volte fossono se non del marito; e Chiodio mai non seppe che le sue tre fossono con donna Vanna.

     (Novella CCVI)



     LE BRACHE DI SAN FRANCESCO
     A Buccia Malpanno d'Amelia è fatto credere, colicandosi un frate minore con una sua donna e lasciandovi le brache, che quelle son quelle di santo Francesco, ed egli sel crede.

     D
     'ALTRA maniera e altra inganno fu questo che viene, essendo a uno semplice marito da uno frate minore mostrata la luna nel pozzo. Nella città d'Amelia fu già uno semplice uomo, chiamato Buccio Malpanno, e avea una sua moglie che avea nome Caterina, d'etade di venticinque anni, assai bella e non meno cortese, e spezialmente a uno giovane frate Antonio del detto ordine, dal quale, come da suo devoto, spesso era visitata; tantoché forse, perché il marito era magretto e di poco spirito, e una cosa e un'altra, il detto frate usufruttava più i suoi ben temporali, che non facea elli.


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