NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Dice il Golfo: - Alle guagnèle! che tu non hai ragione. A me pare essere a campo, tanto vento viene su questo letto: nol senti tu?
     - Io non sento - dice Agnolo - né vento né freddo; io credo che tu abbia i capogirli.
     Il Golfo si rimette a giacere, e Agnolo stando un poco sanza soffiare, dice il Golfo: - Ora non mi par che ci sia il freddo che era dianzi.
     E Agnolo si stette infinché 'l sentì cominciare a russare; e ricomincia adoperare il mantaco. Il Golfo chiama quello della casa, che dormia in una camera vicino a quella, e dice: - Morto sie tu a ghiado, che qui mi menasti, che rovinare possa questa casa infine a' fondamenti! e' mi par' essere, come se io fosse nudo sul Monte al Pruno.
     Agnolo da altra parte, mantacando, dicea: - Se Dio mi dà grazia che io esca di questa notte, tu non mi ci coglierai mai più; per certo, Golfo, tu dèi essere indozzato. Io so bene ch'io sono di carne e d'ossa come tu, e non sento questo giaccio.

     Dice il Golfo: - Buono, buono! sì che io sono smemorato che io non sento il vento che ci è! - e comincia a gridare, uscendo del letto, e mettendosi suoi panni addosso, va alla camera deve dormivano degli altri, e grida: - Apritemi per Dio, ché io son morto di freddo.
     La brigata era stretta nel letto: aprirono, stando un pezzo, a grande stento, e fecione alquanto luogo a Golfo che avea quasi il triemito della morte, dicendoli chi una cosa e chi un'altra, e ne fu per impazzire; e infine uno se n'usci di quel letto, perché vi stava stretto, e andò a dormire con Agnolo Moronti, donde il Golfo era partito, dicendo ad Agnolo:


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