NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     - Che ha il Golfo istanotte? ha'gli tu fatto nulla?
     Agnolo, scoppiando delle risa, dice la novella dal capo alla fine. Di che colui, udite e veduto come, gran parte della notte ne risono insieme.
     La mattina, levato Agnolo, dicea: - E' par bene che 'l Golfo sia allevato nella città; io nacqui e invecchiato sono nella montagna, di che non mi curo né di freddo né di venti; e 'l Golfo gridava istanotte, quando un farfallino volava per la camera, per quello poco del vento che facea con l'alie.
     Dice il Golfo: - Ben eran alie, non fossero elle state d'avoltoio! e' mi par mill'anni che io ne vada a Firenze nella camera mia.
     E così si tornò con l'altra brigata, dicendo che a quella festa né a quel luogo mai non tornerebbe; e Agnolo se n'andò in Casentino, avendo fatto appieno ciò ch'egli avea pensato.

     Nuove condizioni e nuovi avvisi hanno li piacevoli uomeni, e spezialmente i buffoni. Costui aocchiò in tutta quella brigata il più nuovo uomo che vi fosse, e chiese di grazia di dormire con lui per fare questa novità, la quale diede gran piacere a tutti, e quasi un anno durò (poi che furono tornati a Firenze) il sollazzo che aveano del Golfo, udendo le cose che dicea della gran freddura che avea avuto in quella camera, e quanto n'era diventato ventoso. E fu forse cagione che n'andò poi al Bagno alla Porretta, e non vivette diciotto mesi, poi che la detta novella fu.
     (Novella CCXXV)



     GIOVANNI SERCAMBI

     IL PELLICCIONE DEL NONNO

     N
     ELLA città di Parigi fu un mercadante nomato Gualtieri, il quale, essendo di tempo, avea un suo figliolo grande d'età d'anni 40. Lo qual era chiamato Jannino, al quale Gualtieri avea tutto il suo tesoro messoli in mano. Avendo questo Jannino una donna per moglie, nomata Marietta, della quale avea un fanciullo d'anni sei, detto Pippo, Jannino e Marietta, vedendo Gualtieri vecchio, e non a guadagno, rincrescendo loro la vita che il tenea, per quanti modi poteano, cercavano di fare a Gualtieri poco piacere. E massimamente Jannino suo figliolo, perché Marietta riscaldava il marito a non fare a Gualtieri alcuno bene; e vedendo che la natura lo aitava a vivere, deliberonno levarlo dinanzi, e suso rasente il tetto lo fecer portare. E quine li fecero un lettuccio assai cattivo, e a Dalunia, lor fante di casa, detto che il mangiare li portasse, e messolo in tal parte, diventa, che Pippo alcuna volta andava a veder Gualtieri colla fante, né mai Jannino né Marietta l'andarono a vedere. E per questo modo dimorò Gualtieri più tempo, e alcuna volta rimanea per dimenticanza della fante e avea per fatiga che Gualtieri non cenava. Et essendo venuto il verno e Gualtieri avendo pochi panni indosso e cattivo copertoro, disse alla fante, se Jannino fusse in Parigi. La fante disse: Sì. - Or che vuoi dire che non mi è venuto a vedere? - Disse la fante: - Forsi che non li è stato a mente. Disse Gualtieri: - Io ti prego che tu li dichi, che almeno una volta mi venga a vedere in tanto tempo, che so bene che almeno delle tre sere l'una va a vedere il cavallo: ben può venire una volta a vedere il padre. - E queste parole disse alla fante essendo presente il fanciullo. La fante disse: - Io li farò la 'mbasciata. - E partitasi, venuto la sera Jannino a casa, la fante li disse quello che Gualtieri suo padre ha ditto. Soggiunse Pippo fanciullo: - Maisì che 'l disse. - Jannino udendo dire che lui andava a vedere ogni tre sere il cavallo, e il padre non aveva ancora visitato disse: - Io lo vo' andare a vedere. Marietta dice: - Deh non v'andare; ell'è un asma a vederlo, ma dàlli del pane, del vino e lassalo stare. Jannino, vincendoli la vergogna, si mosse e al padre andò. Pippo li andò dirieto, e quando giunse disse: - O Gualtieri, che volete da me? O figliol mio, io sto bene senonché io muoro di freddo, e penso se io avessi uno pilliccione, di dì mi terrebbe caldo e la notte mi terre' coperto. - Il figliuolo disse: - Io vel comprerò; - e partitosi andava a cenare. La mattina, come Jannino fu levato, disse a Pippo che seco andasse. Pippo col padre andarono a un pellicciaio, e uno grandissimo pilliccione comprò. E disse a Pippo: - Porta questo pilliccione a mio padre. - Pippo quello ne porta a casa, e preso un coltello per mezzo lo tagliò, tutto cincischiandolo, come persona che non sapea meglio fare, e l'una parte misse in una cassa, e l'altra parte a Gualtieri, dicendoli: - Tenete la parte del vostro pilliccione. - Gualtieri lo prese e sulle spalle sel pose, e parli un poco stretto, nondimeno quello si piglia. Jannino la sera che tornò a casa andò al padre dicendoli: - Come vi sentite ora che v'ho comprato il pilliccione? - Gualtieri disse: - Bene, se non che mi è un poco stretto, et fammi noia alle braccia che mel conviene sempre tenere. Dice Jannino: - Come può essere, che io presi il più grande che trovar si potesse, che costò franchi quattro? - Lo padre disse: - Ell'è pur così. - Lo figlio prese il lume e accostossi al padre, che vide il pilliccione tutto tagliato, e comprese esser levato più che la mità. E subito chiamò la moglie, e tutti quelli di casa volendo sapere chi avea guasto il pilliccione. Cominciando da Marietta, se toccato l'avesse, ella disse: - Deh lassalo stare com'elli sta. - Disse Jannino: - Io ti dico se toccato l'avesse. - Ella dice di no: e così la fante. Jannino dice a Pippo: - O Pippo, chi ha tocco il pilliccione? - Pippo dice: - Babbo, io lo tagliai per serbarlo a voi quando sarete vecchio come il babbo vostro: io vi farò mettere appresso al tetto, e perché non abbiate freddo, tagliai lo pilliccio ne acciò che l'abbiate mezzo.


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