NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 425
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     A queste parole il valoroso Ippolito rivolti verso la madre gli suoi occhi: - Madre mia, diss'egli, se io credessi che altra persona che voi e in vita e dopo la morte avesse a sapere quello che io vi dirò, certo io mi tacerei; ma perché spero che voi mi terrete secreto, v'avviso come alla mia salute non è altro riparo; perché se io non veggio Leonora de' Bardi, la mia vita sarà brevissima. - La madre con tutto il caso gli paresse arduo e difficile, pure per confortare il figliuolo disse: - Non dubitare che io provvederò al tuo fatto in buono modo. - E partitasi dal figliuolo, incontanente se n'andò ad un monasterio dove stavano monache chiamato Monticelli, al cui governo era una badessa sorella della madre di Leonora, donna assai benigna e graziosa. E quivi benché le inimicizie fussino fra' loro parenti, fu lietamente ricevuta; dove dopo molti ragionamenti ella aperse il suo cuore alla badessa, e narrandogli il caso la pregava di consiglio e d'aiuto. La badessa la quale era di natura umile, benigna e grandemente pietosa, con buone parole s'ingegnò di confortare l'affannata madre; ed in fine disse com'ella deliberava di dare modo alla salute d'Ippolito; e che quanto il suo onore patisse lui vedrebbe Leonora a suo diletto. Di questo modo si confortò la donna, alla quale la badessa disse: - Dite ad Ippolito che si conforti, e che attenda a guarire bene, e che domenica sera venga qua da me che al fatto suo vedrà il rimedio che io gli troverò. - La donna ritornata a casa fece ad Ippolito l'ambasciata della badessa, il quale confortatosi molto, in brievi giorni tutto si riebbe. La badessa invitò molte Fanciulle alla festa di madonna Santa Maria di Settembre, la quale era il lunedì seguente, e fra le altre invitò Leonora sua nipote. La domenica sera Ippolito uscitosi dalla, sua casa se n'andò al monasterio di Monticelli, e quivi dalla badessa ricevuto in camera, fu da lei assai teneramente confortato. Alla quale Ippolito pietosamente disse: - Madonna, assai di forza hanno i colpi dell'amore, più che non si stimano quelle persone che non hanno provato, in tanto ch'è allo innamorato ogni cosa licita sanza alcuna stima d'onore e di pericolo. E perché questi sono colpi che non si danno a patto, è piaciuto alla fortuna che di tante Fanciulle quante bellissime sono nella nostra città e di grande affare, la immagine sola della vostra nipote Leonora per maggior mio duolo m'è entrata nel cuore: e certo che la speranza dell'aiuto vostro mi tiene vivo, dove sono più giorni che la vita mia sarebbe finita. A voi dunque mi raccomando ed alla vostra infinita prudenzia, acciò che per Dio e per voi la mia madre dica avere la vita racquistata del suo figliuolo: - e dette queste parole attese la risposta.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]