Opere di letteratura italiana e straniera |
E stando in questi ragionamenti, cominciandosi a fare sera, al giudice pareva mille anni di spiccarsi da lui per ridere, e non poteva più in nessuno modo. Quelli che si facevano fratelli del Grasso s'erano stati quivi nella Mercatanzia sempre ridendo, aspettando che fussi tempo, et avevano veduto spacciare la causa di quello giudice, e vidonelo uscire così onestamente, che non parve se non come se venisse dai parlare al giudice, come fanno alle volte per qualche crientolo nelle cause, e vidonlo andare via. E loro dipoi fattisi innanzi, riposto che fu el notaio a sedere, e fatto vista d'avere accordato el creditore e la cassa; el notaio si levò di nuovo da sedere colle chiavi della prigione, e andatone là, disse: Quale è Matteo? El Grasso, fattosi innanzi, disse: Eccomi, messere: non facendo più dubio nessuno d'essere diventato Matteo. EI notaio el guatò, e disse: Questi tuoi fratelli hanno pagato per te el tuo debito e tutto, sicché tu se' libero; e aperto l'uscio della prigione disse: Va' qua. El Grasso, uscito fuori, essendo già molto bene bujo, gli parve un bello fatto d'essere fuori di prigione sanza aversi mai cavato danajo di mano. E perché quei dì egli era stato sanza mangiare, fe pensiero d'andarsene a casa, come fussi fuori dell'uscio: poi, ricordandosi che v'aveva sentito el Grasso la sera dinanzi, si mutò, e fe pensiero di seguire el consiglio del giudice, e avviossi con costoro, e quali stavano a casa da Santa Felicita, al cominciare della Costa; e mentreché n'andavano insieme, così dolcemente, non con quella rigidezza che feciono alla prigione, e' l'andavano riprendendo per la via, e ragguagliavanlo dei dispiacere che n'aveva preso la madre, e ricordavangli le promesse fatte loro altra volta di non tenere più questi modi. E domandandolo da che egli era venuto che diceva essere el Grasso, s'egli era che gli paressi esser così, o s'egli era acciò che credessono averlo colto in iscambio, e lasciassonlo; el Grasso non sapeva che si rispondere, e stava sopra di sé, e cominciavasi a péntere d'essere ito con loro: duro gli pareva confessare essere Matteo; e dall'altra parte dicendo: S'io dico di nuovo essere el Grasso, forse che non mi vorranno eglino, et arommi perduto la casa loro et la mia; e' prometteva loro non tenere più simili modi; et a quella parte d'avere loro detto d'essere el Grasso non rispondeva, ma metteva tempo in mezzo. E in questi termini giunsono a casa, e giunti quivi se n'andarono con costui in una camera terrena, dicendogli: Statti qui tanto che sia ora di cena; come non volendolo appresentare alla madre per non le dare malinconia. Et essendo quivi el fuoco e una tavoletta apparecchiata, l'uno di loro rimase ai fuoco con lui l'altro se n'andò al prete di Santa Felicita, che era loro parrocchiano, et era una buona persona, e disse: Io venga a voi con fidanza, come debbe andare prima l'uno vicino all'altro, et anche perché voi siate mio e nostro padre spirituale. Noi siamo tre fratelli (perché voi abbiate notizia meglio d'ogni cosa, e possiatevi meglio adoperare) qui assai vostri vicini, come voi avete forse notizia. Sì, disse il prete, che gli conosceva vel circa. E colui seguitò: Et èvvene uno fra noi che ha nome Matteo, el quale ieri fu preso per sua debiti alla Mercatanzia; e perché questa non è la prima volta che noi ne lo abbiamo cavato, e' se n'ha data tanta malinconia, che appare che sia uscito mezzo di sé, e parci come una cosa invasata intorno a questo caso, benché in tutte l'altre cose invero egli è quel Matteo che si suole o quasi: et in quello che manca è, che s'ha dato a intendere d'essere diventato un altro uomo che Matteo. Mai udisti la più fantastica cosa! e' dice pure essere un certo Grasso legnajuolo, suo noto però, che sta a bottega dietro a Santo Giovanni, et a casa lungo Santa Maria del Fiore; e con lui s'è tentato più modi di trarglielo del capo, e mai c'è suto rimedio. Il perché noi l'abbiamo tratto di prigione, e ridottolo a casa, e messolo in una camera, acciò che fuori non sieno intese queste sue pazzie; ché sapete che chi una volta cominc
ia a dare di questi segni, tornando poi nel migliore sentimento del mondo sempre è uccellato. Et anche, se nostra madre se ne avvedesse prima che ritornassi, e' potrebbe essere cagione di qualche inconveniente: che ne so io? le donne sono di poco animo, et ella è cagionevole e vecchia. E pertanto, conchiudendo, noi vi preghiamo in carità che voi vegnate insino a casa (noi v'abbiamo per valente uomo, e sappiamo che voi siate buona persona, e faresti coscienza di scoprire simile vergogna; e per questo non n'abbiamo voluto adoperare altri), et che voi v'ingegniate trargli questa fantasia del capo, e resteremvene sempre obrigati, et appresso di Dio sarà di qualche merito: sanza che voi ne siete anche tenuto rispetto alla salute sua, ché è delle pecorelle vostre, et avetene a render conto: ché, se si gli fusse volto el cervello essendo in peccato mortale, morendo sanza ritornare, e' sarebbe forse dannato. El Prete rispuose, ch'egli era el vero, et che egli era suo obrigo, e non solamente lo voleva fare, ma durarne ogni fatica. E questo è el vero, che, oltre all'obrigo, egli era anche di natura servente. E poi, stato un pezzo sospeso, disse: E' potrebbe essere di qualità che la fatica non si perderebbe; accozzatemi con lui; aggiungendovi: se non si porta pericolò. Non, Santa Maria, disse colui: oh! io v'intendo, voi volete dire, se fussi infuriato. O, ben sai, disse el prete, quegli a cotesto modo, non ch'el prete, e' non riguarderebbon el padre, perché pare loro un'altra cosa che quello che è Messere lo prete, io v'intendo, disse colui, ch'avete ragione di domandarne ma costui, com'io vi dico, è una cosa invasata piuttosto che infuriata, e da questo in fuori non v'avvedresti voi né persona quasi di sua errori; et invero, se fussi infuriato, noi ne saremmo fuori d'ogni speranza, e non useremmo questa diligenza, perché radi o nessuno ne ritornano. Costui si può piuttosto dire che abbi smarrito un poco la via, che perduta in tutto; e vorremmo che la madre non ne sapessi nulla: e perché noi speriamo bene, però facciamo così. Se così è, io lo vo' vedere, rispuose el prete, e metterci ogni diligenza; ché invero in cotesto grado egli è debito d'ognuno; e conosco che v'è il pericolo di vostra madre, come voi dite, e vuolsi che la non n'abbia cotesto dispiacere, se si può. Il perché costui lo menò alla casa, et alla camera dov'egli era. Quando 'l Grasso lo vide, che si sedeva con questi suoi pensieri, e' si levò ritto veduto l'abito dei prete; et el prete disse: Buona sera, Matteo; e 'l Grasso rispuose: Buona sera e buono anno. Or così mi di', disse el Prete, che gliel pareva già avere guarito; poi lo prese per la mano, e disse: Matteo, i' sono venuto per istarmi un poco teco: e puesosi a sedere al fuoco, e tirosselo con la mano così allato in su n'una seggioletta; e veduto che non faceva dimostrazione della pertinacia d'essere el Grasso, come gli era suto detto, cominciò a pigliare qualche speranza di bene, faciendo cenni a chi ve lo aveva condotto ch'e segni non erano insino a quivi se non buoni, et accennollo che si rimanessi di fuori, e così fece; poi mosse el Prete le parole in questa forma: E' ti debbe esser noto, Matteo, com'io sono el tuo prete della parrocchia, e 'l tuo padre spirituale; et el debito nostro è consolare tutti e nostri popolani di quello che noi possiamo e dell'anima e del corpo. Io sento cose, che assai mi dispiacciono, e questo è, ch'e' pare che in questi dì tu sia stato in prigione per tuo debito. Io vo' che tu intenda, che queste non sono cose nuove né a te né a degli altri, né debbono parere, perché questo mondo dà tuttodì e di queste, e delle minori, e delle maggiori, e vuoisi essere sempre preparato a avere pazienza; questo dico io, perché i' odo che tu te n'hai data tanta malinconia che tu ne se' stato in su lo 'mpazzare: e valenti uomini non fanno a questo modo, ma con lo scudo della pazienza e della provedenza, per quant'e' possono, dove bisogna, riparano a ogni cosa, e questo è el senno. Che sciocchezza è questa, infra l'altre ch'io odo, che tu hai fatto, e fai, che tu dica non essere più Matteo, e p
er ogni modo voglia essere un altro che si chiama el Grasso che è legnajuolo, et fa'ti uccellare per questa tua pertinacia con tuo poco onore? Invero, Matteo, tu se' molto da riprendere, che per una piccola aversità tu t'abbi posto tanto dolore al cuore ch'e' pare che tu sia uscito di te. Per sei fiorini! oh! è questa però sì gran cosat et anche testé che sono pagati. Matteo mio, disse el Prete strignendoli la mano, io non vo' che tu faccia più così; e per mio amore voglio (et anche per lo onore tuo e di queste tue genti, che mi paiono persone tanto dabbene) tu mi prometta, che da quinci innanzi tu ti leverai da questa fantasia, et attenderai a fare e fatti tuoi, come fanno le persone dabbene e gli altri uomini che hanno qualche sentimento; e raccomàndatene a Dio; ché chi pone la speranza in lui non la pone invano. Seguiranne che tu farai bene et onore a te, et a questi tuoi fratelli, et a chiunque bene vi vuole, et anche a me. Come! è però sì gran maestro questo Grasso, o sì gran ricco, che tu voglia piuttosto essere lui che te? che vantaggio el vedi tu a fare così? Poi anche presuppogniamo che costui fusse un degno uomo, e che fussi più ricco dite (che, secondo che mi dicono questi tua, è piuttosto qualche grado meno), per dire d'esser lui tu non arai però le sue dignità né le sue ricchezze, quando n'avessi: fa' di questo caso a mio modo, ché ti consiglio di quello che fa per te. Oìmmè! fra le altre cose, se ti si alleficassi addosso una 'nfamia di questa ragione, tu porteresti pericolo ch'e fanciulli non ti si avviassono dietro, di che tu saresti in briga et in abominio tutto el tempo della vita tua; e questo sarebbe quello che tu n'aresti guadagnato: et io ti prometto rapportare bene di te a questi tuoi fratelli, e di fargli stare contenti, et d'amarti et ajutarti sempre come buono fratello. Orsù, Matteo, disponti d'essere uomo e non bestia, e lascia andare queste frascherie: che Grasso e non Grasso? fa' a mio modo, che ti consiglio del bene tuo. E guardavalo in viso dolcemente. El Grasso, udito costui con quanto amore e' gli diceva questo fatto, e le accomodate parole ch'egli usava, non dubitando punto d'essere Matteo, in quello istante gli rispuose che era disposto a fare quel che potessi di quello che gli aveva detto: e perché conosceva che di tutto egli diceva el bene suo, e' promissegli da quel punto innanzi fare ogni forza, che mai più si darebbe a credere d'essere el Grasso, come insino a quel punto aveva fatto, se già e' non ritornassi el Grasso; ma che da lui voleva una grazia, se possibile fussi, e questo era che gli voleva un poco parlare per buona cagione; e che parlando con lui egli stimava facilemente levarsi da questo; non s'accozzando con lui, e non parlando, ch'ei dubitava non promettere cosa che non gliele atterrebbe poi. A che el Prete ghignò e disse: Matteo mio, tutto cotesto è contrario a' fatti tua, et ancora veggo che tu hai questo fatto nel capo: che vuoi dire, se già io non ritornassi el Grasso? io non la intendo: che ti bisogna parlare col Grasso? che ha' tu a fare con lui? ché quanto più ne parli, e con quante più persone, più discoprirai questo fatto; e tanto è peggio, e tanto è più contra a te. E tanto intorno a ciò gli disse, che lo fece contento che non gli dovesse parlare, ma pure malvolentieri gliel consentì. E partendosi el prete disse a' fratelli quello che gli aveva detto, e quello che gli aveva risposto e promesso di fare per ultimo, benché con grande difficultà gliele aveva consentito: e per certo suo parlare, che non intendeva così bene, e' non sapeva bene affatto invero se gliele atterrebbe, ma che aveva fatto quello ch'egli aveva potuto. Uno di que' fratelli gli puose un grosso d'ariento in mano per fare più credibile la cosa, e ringrazioronlo della opera sua, e pregoronlo che pregasse Dio che lo rendessi loro sano. El prete aperse la mano e strinse, e, preso comiato da loro, se ne tornò alla chiesa.
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