NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Dinanzi, dinanzi; eccogli; ecco noi? Che sarą? serba questo mantello: te' quest'altro. Gittategli costģ. Date gił; non riguardate persona. Vie su, vie gił, mettetegli in mezzo. Date lo', date lo', Or cosģ. Uh uh uh! eccogli al Casato: corrite, corrite; riparate presto; date a ognuno. I' so' vestito; non dare a me. E tu ti spoglia, o tu ti va con Dio. Dągli, dągli. Ah ah buona fu! Or cosģ. Vedesti il mio cappuccio? Non io. Perduto č; farommene un altro.
     Anco ho pił caro averlo perduto, e riparato che non passino, che e' fussero passati. Apre apre: chi gioca? Eccomi qui. Chi la fa? Io, io. Dągli, mena basso; che ti venga la rabbia. All'appiccatoio. Ah ah, buona fu! Va gił, rizzalo, che non ha mal niuno. Cosģ stesse fu: sfibbiatelo tu saprai bene sfibbiare. Ch'altro bisogna. Agli altri, agli altri. Che state a fare, o garzoni, che state a fare? Eccoci qui. Date qua. Volentieri. Vielą, vielą, a Porrione a Porrione. Dinanzi dalla fonte: che non passino: e' non passeranno, se noi dovessimo tutti essere pesti. Fateci largo, e lassate fare a noi. Menate le mani. Non vi stregnete, attorneategli, e macinate la galla. Dą, dą, dą. Or cosģ, or cosģ: cacciateli. Lą, lą, lą. Che č, che č? Ecco la schiera della Giraffa: ecco noi. Oh! oh! oh! qui sarą altro che parole! Alla costa, alla costa; riparate a porta Salaja che non salghino. Dą, dą. State sodi; tirategli gił: non so che vi farete. E noi 'l sappiamo noi. Ecco que' di Val di Piatta. Gił, gił, vielą, date a ognuno. Dinanzi, dinanzi: saldi, e giocate cor ognuno. Ah, ah, dagli! Buona; vedestł mai pił bel pugno di quello? sģ per ch 'l dč, ma non per chi 'l ricevette. Guarda begli occhi, e belle mascelle! Ben ti so dire che s'č fatta qua una 'bella riotta di cinquanta per parte a un tratto, che s'erano sfidati, e dicoti ch'ognuno ha perduto, e nissuno, non ha vinto. Guarda come son conci; e' non ve n'ha quattro che mangino in questo carnasciale niente. Aitinsi col bere. Ora cosģ: ben va: tira qui il braccio, se ritornasse; che mi pare sconcio. Io ho la man dritta tutta infranta. Lassa dir a me, che l'ho guaste amendune. E io temo di non aver guasta qualche costola del petto.


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