NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Amenigo accettato di così fare; e 'l maestro all'altro voltatosi, a cui era cascata la gocciola, che dall'un lato era tutto perduto, e compreso il difetto suo, disse a Amerigo: A costui che per umidità ha perduto il lato manco, che in su quel lato giaceva, or fa che domattina lo facci giacere in sui lato ritto nel mezzo dello spazzo, e prima veduto di punto quanto pesa, abbi tante legna di quercia a solazio quanto lui pesa di punto, e cuoprelo con esse, e mettivi fuoco per modo che tutte ardino addosso a lui affatto insino che tutte sieno consumate, sempre stando in su quel lato; ed incatenalo prima, che muovere non si possa di niente; e per questo si riseccarà ogni umidità e tristi umori ch'ha addosso, e sarà sano dell'un lato come dell'altro.

     Amerigo disse: Lassate fare a me, ch'io li caverò ogni umidità da dosso.
     Seguitando all'altro, che era molto appenato dei male de' moreci, disse ad Amerigo: A volere guarire costui, bisogna che domattina a digiuno tu facci ben rovine un vergonello di ferro, e che sia tondo, di grossezza d'una canna da botte, e rovente bene: prima ben legatolo in quattro al modo che tu sai, che mutare non si possa di niente, si glil barba un palmo dentro e non più; e perché e' frigga, non ti curare, che consumarà quelli moreci; e quando è freddo, nel cava; poi vi mette dentro un candelo grosso di sevo col papeo di fuore, ed accendelo, e lassavelo ardere dentro tutto; che rammorbidarà e saldarà subito.
     Disse Amerigo; Io l'acconciarò si, che mai più non arà questo difetto.


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