NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 471
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     (Da Il Novellino, XI)



     IL MARITO MEZZANO PUNITO DALLA MOGLIE
     Un signor cardinale ama una donna e per denari corrumpe il marito; conducegli la moglie in camera; torna la matina per reaverla; la donna, parendoli star bene, non se vuol ritornare; dicegli parole assai; non montano nulla; a la fine se piglia li promesso denaro e come disperato va in esilio, e la donna gode col cardinale.

     C
     REDO sia già per l'universo manifesto il sacro e gran concilio che 'l beatissimo Pio secondo ordinò e fece ne la cità mantuana, per fare il general passaggio incontro al turco; il quale con tutto il suo collegio de' signori cardinali essendosi ivi condutto, il radunare de' convocati principi e potenzie de' cristiani aspettava, per dare indrizzo a tutt'i necessarii preparatorii che sì alta impresa persuadea. Ed essendo tra gli altri un signor cardinale, il cui nome e dignità taceremo, il quale, per ben che fosse de' maggiori officii ne l'apostolica corte esecutore, non era però ancora da la florida età a l'altra pervenuto, era eziandio de assai grazioso aspetto da la natura dotato. Lasciarò da canto il suo suntuoso vestire, gli ornati e gran palfreni, la onorevole famiglia, e ultimamente la magnificenzia del suo viver regale; ma che dirò de la sua magnanima natura e degli altri contraria, che liberalissimo e d'ogni virtù e gentilezza vago e divotissimo divenia, tal che solo ello era estimato il più legiadro e benigno signore, che in gran parte del cristianesmo si trovasse? Costui adunque dimorando in un palagio d'un gran citadino, e dintorno a quello de molte e belle donne abitando, una tra le altre ve ne era, quale indubitatamente il resto de la cità de bellezze soperava; ed essendo dal ditto signore più volte vista e unicamente piaciutali, como gran cacciatore e vago de sì fatte prede, diliberò non lasciarvi cosa alcuna a fare, per ottinere de tal impresa la disiata vittoria. E stando la casa de la giovane a la sua molto contigua, e le fenestre guatandosi de rimpetto, avendo per ciò assai copia de mirarla, con acconcia manera la vagheggiava; e accortose, lei esser più ch'altra donna onesta, per non posserla con soi varii e belli modo adoperando, mai condurre ad una sola volta con piacevolezza guatarlo, l'avuta speranza alquanto indrieto rivolse. Pur da amore fieramente stimulato, cognoscendo non potersi le alte imprese senza grandissimi affanni conquistare, e che quelle che con facilità se ottengono, sono poco appregiate e presto infastidiscono, ancora che diverse vie avesse trascorse, pur ultimamente in una se raffisse; e diliberatosi di vedere se con l'amo de l'oro avesse il marito possuto pigliare, imperò che molto povero e avarissimo il cognoscea, mandato senza altra dimora per lui, e quello subito venuto e dinanzi al signore in camera menato, dopo le umane e familiare accoglienze fattolo presso di sé sedere, in cotal modo a dir gli cominciò: - Gentilomo, essendo tu prudente, como te cognosco, non me pare de bisogno con lunghi sermoni o persuasive ragioni te debbia io donare ad intendere quel che tu ottimamente cognoscerai esser la eterna tua quiete, e del tutto fuggire ogni tuo presente e futuro affanno. Onde la gran bellezza de tua onestissima moglie me ha in manera pigliato, ch'io non ne passo reposo pigliare; e como che chiaro io cognosca, niun consiglio o ragione concedermi, a te, che suo marito sei, un tal servigio per me chieder si deggia, nondimeno d'amore e onestà estimando, niun'altra persona meglior di te il possa fare né più occultato tenerlo, ho preso per rimedio voler più presto te che altro mezzano per me medesmo intromettere in tal fatto, pregandote che, così per mia contentezza comeper tua fruttuosa commodità, vegli che tanto desiderato dono per te me sia concesso. E benché tanto digna cosa comprar non si possa, pur tu cognoscerai tal servigio non essermi donato ma a grandissimo pregio venduto, però che lei de la persona e tu de tutte mie facultà voglio che dal primo di intera possessione pigliate. E se ciò far vorrai, dimmelo presto e non tenermi in tempo a tal che lo bene e provedimento, che verso de te fare intendo, de continente ne vedi gli effetti seguire. - Era il buon uomo, como di sopra dissi, povero e cupido oltre misura, il quale viste tante offerte da colui farsi, che ricchissimo e molto liberale il cognoscea, estimando non minimo profitto di ciò seguir gli dovesse, e confidandosi massimamente nel suo senno de molto covertamente menar tal trama, gli fumo le d itte cose efficiente cagione ad abbagliarli l'intelletto, a rompere l'amor del matrimonio, a dispregiar l'onor del mundo e ad offendere con tal vituperevole spada a sé e a la sua eterna contentezza; e senza altramente pensarvj, in brevi parole così rispuse: - Monsignore, io sono al vostro chiesto servigio apparecchiato, e però a voi il comandare e a me sara l'obedire ad ogni vostro piacere e contentezza. - Dal quale con allegro volto infinite grazie renduteli, si partì; e per non dare al fatto più lunga dimora, la seguente notte per assai largo modo con la moglie d'intorno a tal fatto a ragionare incominciato, e ad ogn'ora de loro necessità facendo scudo, concludendo dicea che qualsivoglia inonesta cosa cautamente adoperata quasi como per non fatta tener si possea. La donna che discretissima era, non solo oltremodo gli fu molesto, ma da grande ira accesa, vilmente ingiuriandolo, gli concluse che se per alcun tempo a ciò pensare, non che a ragionarne, trascorrer si lasciasse, senz'altre mezzo a' suoi fratelli il redirebbe. Il marito, non curandosi per quella prima volta de la sua strana risposta, lasciati vallicare alquanti giorni, quando tempo gli parve, de cose assai piacevole con la moglie mottiggiando, un'altra volta con acconcia manera gli fe' la simile rechesta, che davanti fatta gli avea. La quale, più rigida che mai dimostrandosi, subito se n'andò in casa de' soi fratelli, a li quali con poco piacere la isteria del suo vile marito ricontoe; quali, ascontandola, iratisi, e di botto fatto venire il lor cognato, gli racontorno quello che aviano odito, minacciandolo forte e ingiuriandolo, ché contra l'onor de tutti fare intendea. Lui, che la risposta tritamente se avea già preparata, senza alcun sbigottimento e quasi ridendo, disse: - Fratelli mei, in verità con più onestà me averestivo possuto domandare, e io ve avrei tratti de dubio; ma dovendosi da tanto congiunte persone ogni cosa tollerare, ve dirò il vero di ciò che vostra sorella e mia moglie vi ha referito. Sentirete dunque che essendo io posto in sospetto che 'l cardinale, che a noi sta d'incontro, ardentissimamente la amava, e che occultamente con alcuni de casa mia tenda trame, essendo lei pur giovane e bella, ancora che per onestissima la tenga, dubitando de la fragilità de le donne, deliberai far di lei l'ultima esperienzia; e, se la trovava como trovata la hone, commendarla e retraerme d'ogni e presente e futuro sospetto, e se, toglialo! fosse stato il contrario, una insieme con voi far quello che di lei se rechiedeva. Ove, como voi vedete, la Dio mercè avendo vista e provata la sua virtù, ogn'altro e nuovo e vecchio sospetto da me si è partito, e da qui avanti in maggiore estimazione la averò. - Coloro, udendo la conveniente scusa, parendoli possibile che lui a tale antiveduto fine ciò fatto avesse, summamente de tal suo cauto consiglio il commendorno, e dopo più debatti con la moglie il pacificorno. E a casa ritornatisi, credea che 'l marito non gli dovesse più negli soliti ragionamenti ritornare. Il signor cardinale sentita tal novella, e agramente tolleratala, la calda speranza se incominciò ad intepidire; puro, da la sua fiera passione astretto, con più fervore che mai il suo vagheggiare continuava, e con atti, e talvolta con parole, ogni sua facultà lui medesmo senza alcun ritegno gli offeriva, facendola da dovero certa che per lei como il ghiaccio al sole se consumava. La donna, che non era da la natura d'altri metalli stata produtta che tutto el resto del sesso femineo si siano, con tutta la sua gran virtù e onestà, per lo continuo martellare se indusse, senza mostrargline alcun segno, ad amarlo, e talvolta, col marito ragionando, l'accorte manere e laudabili costumi de quel signore incredibilmente commendava. Questo fu dunque cagione de fare il dolente marito rassicurare a de nuovo al solito ragionamento latrare; e cattato il tempo che ben disposta la cognobbe, gli disse: - Iacomina mia, como tu medesma puoi render testimonio quanto cordialmente, e certo per tue virtù, te ho amata e amo, e se l'altro ieri te rechiesi de quello che tu sai, non vo glio che credi che 'l poco estimare lo avesse causato, ma due potissime ragioni contro ogni mio piacere a quello me indussero: e prima la nostra estrema necessità, in la quale per nostra mala fortuna e senza nostra colpa simo condutti, che un altro modo da sustentarce veder non me lascia; l'altra, e quella che con non manco amaritudine me affligge, si è il pensare a questa prossima festa, che la nostra marchisana cità de far se appresta a' principi radunati e ai vicini, e in quella per mancamento de robba non posserte fare comparire secondo io vorrei, e como a la nostra condizione e tua grandissima presenzia e bellezza si converria. A le quali cose considerando, si troverebbono di tanto potere, che non solo a quello seguir trasportar me lasciarla, ma anche a eterno martirio o dura morte pigliarne; e quantunque a ciò altro che tema di vergogna non ce repugne, puro, como altra volta te dissi, niuna cosa per cauta via adoperata può mai in alcun danno o vituperio ritornare. E a tal che tu cognosca ch'io dico il vero, vedi che questo signore, per esser tenerissimo del suo e del nostro onore, ancora che tutto se consume, non ha voluto, de persona che viva, altro che di me, fidarsi, come a colui che più ch'altro appertiene di secreto tenerlo. Onde non sapendo io che altro circa questo ricordar te sappia, concludendo dico, in ciò eseguir debbi quanto l'animo te consiglia, e io sempre restarò per contento, né lasciarò non rammentarte che, qualora da la misera povertà saremo assagliti, da te medesma e non de la fortuna ne averemo insieme da ramaricare. - La donna, stimulata de continuo dal misero marito, quale con tante simulate ragioni al dirupo la conducea, e oltre ciò cognoscendosi da un tanto grazioso, ricco, bello e liberal signore sopra ogn'altra cosa amata, diliberò per le ditte e altre assai ragioni ogni virtuosa catena spezzare, e ad una ora a sua eterna contentezza satisfare e al marito render quella pena che lui medesmo se procacciava. E dopo che tacere il vide, così gli rispuse: - Marito mio, avendo a' miei fratelli piaciuto de non solo una volta darmete per moglie, ma anche contra mia voluntà un'altra volta qui remandarme, donde con giustissima causa me era partita, essendoce pur, como ce sono, non debbo né posso altramente di me disporre che quello che tutte le belle donne oprano e per lor mariti fanno, cioè d'esser ad essi ossequiose e in ogni cosa, como lor maggiore, obedirli. Dunque vedendo apertamente esser la tua intenzione del tutto disposta, che la mia persona da l'altrui braccia sia contaminata,restarò quieta a far quanto tu vuoli, e che con tante ragioni me hai persuaso; e però, quando e como te piace, io sono a ciò apparecchiata. Pur non restarò dirte, vi pensi maturamente, e guarda, marito mio, che de ciò che fai non te penti a tempo che 'l rimediar non abbia loco. - Il marito, letissimo de la non consueta risposta, parendoli che le sue parole avesser fatto frutto, gli disse: - Mogliere mia, de niuna cosa fatta con buona maturità e ordine altrui se ne pentì già mai; e però de questa lascia el pensiero a me. - E da lei partitosi, se n'andò ratto al cardinale, e con allegro volto salutandolo, gli disse: - Signor mio, la faccenda è in ordine per questa notte; e certo con grandissima difficultà gli ho fatto dir de si. Però gli ho promessi trecento ducati per questa prima venuta, quali vuole subito, per convertirgli in ornamento di sua persona per la solennità che di fare se aspetto; dunque di farnela ritornare contenta, omai il carico sia il vostro. - L'innamorato signore, che pratticone e prudentissimo era, intese di botte, la cattività di colui esser tale qual lui desiderava, e con gran piacevolezza gli rispuse che non solo trecento ducati, quali minimissima cosa estimava, ma volea che lor fosse quanto bui tenea; e dopo altre affettuose parole, conclusero de l'ora e del modo como lui medesmo gli la dovea in casa condurre. E a la moglie ritornatose e lo preso ordine narratoli, non possette da quella altra risposta avere, si non: - Marito, marito, pensa e vedi ben che fai. - E venuto lo aspettato termine che p artir si doveano, pur con lo usato mutto l'andava mordendo, e per lo cammino non restava de dirgli: - Marito mio, io dubito che tu te pentirai. - Al che lui, per lo solo pensare agli trecento ducati in sì poco spacio guadagnati, non vi pose niuna cura, né meno intese l'effetto de tal parole, como colui che l'avarizia li avea non poco l'intelletto offuscato; e così quivi la condusse. La giovane donna gionta in camera e ne le amorose braccia del grazioso signor trovatase, oltre l'infiniti basci, gli fe' tante affettuose e non simulate carizze, che, pria che a cogliere gli dolci frutti de amore pervenissero, a lei venne voluntà col primo suo proposito confirmarsi, cioè de più presto morire che al suo marito caro ritornare. Il signore, dato al marito onesto commiato, e che per tempo a rimenarne la moglie ritornar dovesse, con la giovane nel delicioso e ricchissimo letto se ne introe; e venuti a quello che da Amore per ultimo refrigerio si porge, da pari disio vinti, tutta quella notte per lo dilettevole venereo giardino caminorno, tal che la donna, non avendo per ancora simili bocconi gustati, seco medesma giudicò, solo in quello esser la summa felicitate; e, per non volerse da quella partire, con discreta manera e acconcio parlare al signore la sua voluntà e ultimo partito preso per loro comune contentezza del tutto fe' palese, concludendo finalmente che, se lui de ritenerla non si contentava, esso per perduta e 'l marito per non ricoverata in eterno la possea ascrivere e reputare. Il signore, che con mai simile gustata suavità le parole con l'effetto insieme avea ascoltate, pria che d'alcuna risposta la satisfacesse, con infiniti, dolci e amorevoli basci de sua intenzione certificatala, in tal modo gli rispuse: - Anima mia dolce, io non so altro che dir te sappia, si non che, avendote io donata l'anima e tu a me il tuo formoso e dilicato corpo, del mio e del tuo con le facultà insieme ordina e disponi como e qual ti piace, ch'io resto contentissimo. - E tornato a rebasciarla, essendo omai dì chiaro, fattala vestire, in un'altra camera la fe' condurre, e sentito, il marito esser giù da l'alba venuto, per rimenarsene la mogliere a casa, sel fe' per un camerero chiamare. Quale intrato, e veduta la moglie, e sorridendo il ben giorno donatoli, e poi accostatoglisi, de secreto in tal modo gli disse: - Iacomina mia, sappi ch'io sono molto pentito per averle qui condutta, ché simil dolore non sentivi mai, quale ho patuto questa maladetta notte, ché, pensando a te, non ho possuto reposo alcuno pigliare. - La donna, che la risposta avia già preparata, gli disse: - Marito mio, e io anco son pentita che da la prima rechesta del venir qui me facisti non dissi de sì, imperò che le tante dolcissime notte, ch'io ho perdute, non le ricoverarò mai al mio vivente; e certo se tu hai mal dormito, io ho ottimamente vegliato, però che questo mio signore me ha fatte più carizze in questa sola notte, che non mi facisti tu in tutto ci tempo che fui la tua, e ben per mia mala sorte. Veggio che la tua liberalità, de la quale tu sì caldamente me ragionavi, in milli doppii maggiore la ho retrovata; però che, avendoli stamane del tutto discoverta la mia ultima voluntà, volermi con lui remanire, me ha donate le chiave d'ogni suo tesoro. E pertanto, qualora te piace, togli il pregio, per lo quale vendisti l'onore del comune parentato, e de me e d'ogni mio avare voglio che 'l fatto sia la tua ultima sorte, atteso ch'io me lasciarci prima squartare, che con teco ritornassi già mai. - Al dolente marito parutoli che 'l cielo gli cascasse in testa, così rispuse: - Iacomina mia bella, mottiggi tu o parli da vero? - Lei rispuse: - Io mottiggio, e ho ragione; ma tu forsi credi ch'io voglia far prova del tuo amore, como tu dicisti a' mei fratelli, che me avevi, per provar la mia costanza, rechesta? Or voglio che poi una volta la provasti, quella in eterno te basti, e che de me per lo inanzi non possi alcuna esperienzia vedere; però che devi ricordarte quante volte te dissi: "Marito mio, guarda che fai", e che te penteresti, e tu me rispondesti che a te lasciassi i l pensiero. E io così feci e intendo di fare, e che 'l pensiero sia tutto el tuo e non d'altri, e rimedia pur, se sai, ché tutta gioiosa e senza alcun pensiero ne le deliciose braccia del nuovo mio signore me ritrovarò sempre più fresca. - E aperto un forziero, e da quello trattone un sacchetto, ove trecento ducati avea poco avanti numerati, gli disse: - Togli il pregio de la poco da te gradita moglie, e qui più niente dimorare. - E in un'altra camera intratasene, disse: - Adio, marito mio, e un'altra volta pensa che fai. - E dietro serratase, mai più al suo vivente di vederla gli fu concesso. Il misero marito, non sapendo pigliar altro riparo al suo mal fatto baratto, per meno perdere, toltisi li trecento ducati, pieno di lacrime e suspiri a casa se ne ritornoe; dove dubitando non manco del furore de' cognati che de la sua vergogna, brevemente se ne fuggì; ma quel che de la donna avvenesse, e como il resto del suo tempo triunfando godette, ciascuno il può facilmente giudicare.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]